Referendum Ilva, Prc e Sinistra in Movimento scelgono “scheda bianca”
Il 14 aprile 2013 i cittadini di Taranto saranno chiamati ad esprimersi su un referendum consultivo sul “tema” ambientale. Due i quesiti referendari: il primo sulla chiusura totale dell’Ilva, il secondo sulla chiusura dell’area a caldo dello stabilimento siderurgico. Il Partito della Rifondazione Comunista e Sinistra in Movimento esprimono profondo rispetto per lo strumento democratico e partecipato rappresentato dal referendum, che ha segnato nel corso degli anni passaggi fondamentali della storia del nostro Paese. Ciò nonostante riteniamo i quesiti referendari, che ricordiamo essere consultivi e quindi non determinanti, formulati in maniera ambigua e fuorviante, in quanto lasciano passare il concetto secondo cui per salvaguardare la salute dei lavoratori e dei cittadini bisognerebbe chiudere completamente o parzialmente l’Ilva di Taranto.
Rifondazione Comunista e Sinistra in Movimento invitano la cittadinanza a dimostrare, attraverso la partecipazione al Referendum , di non essere indifferenti sui temi che riguardano il presente e il futuro della città, come purtroppo accaduto in occasione dei referendum su nucleare e Acqua Pubblica del 2011 dove Taranto,nonostante la straordinaria partecipazione su scala nazionale,non raggiunse il quorum. Dobbiamo essere parte attiva, soprattutto in una fase così delicata che vive la città, e determinare attraverso momenti di coinvolgimento, discussione e confronto un reale cambiamento dello stato di cose esistenti.
Per queste ragioni parteciperemo al referendum, ma voteremo scheda bianca, considerato che dal 26 luglio anche la magistratura indica la via d’uscita: rifacimento degli impianti inquinanti, causa dell’emergenza sanitaria e ambientale tarantina, e riconversione produttiva. Difendiamo la partecipazione democratica dei cittadini. Per questo noi, Rifondazione Comunista e Sinistra in Movimento, parteciperemo al referendum sull’Ilva, ma critichiamo profondamente il modo in cui sono formulati i quesiti. Le domande costringono i tarantini a scegliere tra lavoro o salute, mangiare o morire. Fanno passare il concetto secondo cui per salvaguardare la salute dei lavoratori e dei cittadini bisognerebbe chiudere completamente o parzialmente l’Ilva di Taranto.
Sappiamo che non è così. Sappiamo che avere un’altra fabbrica, sottratta ai profitti dei Riva, che rispetti i lavoratori, i cittadini e il territorio, è possibile. E la pretendiamo, come accaduto in altre città d’Europa e del Mondo. Parteciperemo e lasceremo scheda bianca. Perché sappiamo che la partecipazione dei cittadini alla vita democratica è un bene indispensabile. Per questo difendiamo lo strumento dei referendum e invitiamo tutti a partecipare. Non condividiamo il modo in cui i due quesiti trattano un argomento così delicato, ma il fatto che il Referendum sia stato oggetto di ricorsi al Tar e di diverse “conversazioni” telefoniche finite nell’inchiesta Ambiente Svenduto rafforza la nostra convinzione: la partecipazione è la migliore risposta alla sudditanza mostrata nei confronti del Potere Riva-Ila da alcuni sindacati, da Comune, Provincia, Regione e Governo nazionale.
LIBERTA’ E’ PARTECIPAZIONE!
Comunicato stampa