Controlli su Aia Ilva, la lettera di Mancarelli fa insorgere gli ambientalisti
TARANTO – Non è piaciuta agli ambientalisti ionici la lettera inviata ieri al ministro dell’Ambiente Corrado Clini dall’assessore provinciale all’Ambiente Giampiero Mancarelli che ha come oggetto l’attuazione dell’Aia Ilva. Nel documento Mancarelli chiede a Clini di “intervenire con la necessaria tempestività per coordinare l’operato di tutti gli enti di controllo con l’obiettivo di non alimentare, seppure indirettamente, confusione nell’opinione pubblica tarantina”. L’assessore aggiunge: “avvertiamo anche l’obbligo morale, prima ancora che politico e istituzionale, di non lanciare alla popolazione messaggi equivoci o peggio ancora contraddittori che rischiano di delegittimare proprio il prezioso e insostituibile lavoro degli enti di controllo cui è demandato il compito di effettuare le opportune verifiche”.
Sembra evidente il riferimento alle valutazioni espresse da Arpa Puglia in una comunicazione di reato consegnata alla Procura Taranto lo scorso mese in cui si parla di inadempienze da parte di Ilva rispetto alle prescrizioni Aia. Dal canto suo, il ministero dell’Ambiente, solo due giorni fa, ha voluto (ancora una volta) rassicurare tutti dicendo che da parte dell’azienda, nel primo trimestre, non vi era stata alcuna inadempienza. Il tutto sulla scorta di quanto comunicato dai tecnici dell’Ispra. Eppure, ci sembra giusto ricordare, anche l’Ispra – in una relazione preliminare pubblicata in anteprima da InchiostroVerde – ha segnalato una serie di violazioni e di ritardi da parte del siderurgico.
Oggi, è arrivata la reazione del mondo ambientalista alla lettera di Mancarelli. Cominciamo da Alessandro Marescotti, Fulvia Gravame (entrambi di Peacelink) e Fabio Matacchiera (Fondo Antidiossina onlus): “Anche noi – con una scrupolosa verifica delle prescrizioni – siamo giunti alla conclusione che l’Aia (benché carente) non sia applicata in parti molto importanti. Siamo davvero stupiti che l’assessore Mancarelli, anziché essere preoccupato della non attuazione dell’Aia, sia preoccupato degli organi di controllo che stanno facendo il loro dovere di verifica, e a cui va assicurata una piena autonomia”.
Continuano gli ambientalisti: “All’Arpa Puglia spetta uno “status” di ente terzo. L’Arpa deve essere indipendente dal potere politico e soprattutto dal ministro Clini che, peraltro, ha dichiarato che “al momento non risultano inadempienze” da parte dell’Ilva per l’Aia, nonostante l’Arpa Puglia affermi che gli impianti continuino ad inquinare, in violazione delle prescrizioni dell’Aia stessa”.
Sulla vicenda interviene anche il comitato Donne per Taranto: “Ancora una volta le Amministrazioni locali e la politica osteggiano e ostacolano l’impegno e il lavoro degli organi di controllo, così come in passato è successo con la magistratura. E’ oggi la volta dell’assessore provinciale Mancarelli che con una nota al ministro Clini fa dichiarazioni che ci lascino sconcertate”. Continua il comitato: “Ci sembra palese che tale richiesta venga nel momento in cui i vertici dell’Arpa Puglia, in un documento consegnato alla Procura di Taranto, muovono accuse certificate secondo le quali l’Ilva continua a inquinare non rispettando le prescrizioni imposte dall’Autorizzazione Integrata Ambientale. Nella stessa nota l’Arpa afferma che i ritardi e le omissioni non fanno altro che incrementare il fenomeno di danno ambientale già in atto”. Il Comitato conclude chiedendo alla nazione intera di “riaccendere i riflettori sul nostro dramma perché in questo buio che è calato da qualche tempo, gli sciacalli stanno facendo di noi carne da macello”.
Alessandra Congedo