Ma cosa dice l’Ispra nella nota preliminare inviata al Ministero? InchiostroVerde lo può rivelare. In una prima parte, che riempie tre pagine, si elencano gli interventi completati o per i quali si prevede il completamento nel rispetto delle prescrizioni.
Tra questi punti ci sono: presentazione del progetto di copertura dei parchi minerali primari, riduzione giacenza materia prime e di produzione per la ghisa e l’acciaio; assenza di pendolamenti e di errate aperture e/o chiusure della benna di scarico materiali sulla banchina portuale; attività di gestione dei parchi minerali ai fini del contenimento delle emissioni diffuse delle polveri; intensificazione delle operazioni di filmatura dei cumuli, di bagnatura delle strade e delle piste interne.
E poi: fascia di rispetto per i cumuli dei parchi minerali di almeno 80 metri dal confine di stabilimento limitrofo al quartiere Tamburi e alla strada provinciale Taranto-Statte; fermata delle batterie di cokefazione 3-4 e 5-6; fermata dell’impianto AFO 1; realizzazione dell’intervento condensazioni vapori di loppa presso l’impianto Afo 4; captazione fumi dal tetto dell’acciaieria ACC/1 e realizzazione di un nuovo sistema di depolverazione a tessuto ACC/1.
A noi, però, piace approfondire soprattutto le note stonate. Da pagina quattro a pagina sei si parla degli interventi parzialmente completati, per i quali è stato riscontrato l’inizio dell’adeguamento prescritto ma il cui completamento risulta differito rispetto alle prescrizioni. Eccone alcuni:
– Chiusura nastri e cadute di materiali sfusi (prescrizione 6): Ilva Spa con Dir 257/12 ha richiesto la modifica non sostanziale e con Dir 19/2013 ha trasmesso il nuovo crono programma, prevedendo l’ultimazione di circa il 90% degli adeguamenti entro fine 2014 e il completamento entro il 2015; e in linea con il richiamato nuovo crono programma Ilva Spa ha emesso i relativi ordini di acquisto; il decreto di riesame Aia prevede la scadenza al 27 gennaio 2013.
– Nuova rete idranti per la bagnatura dei cumuli (prescrizione n. 11): Ilva ha emesso specifico ordine di acquisto con previsione di completamento entro febbraio 2014; ad oggi non risultano iniziati i lavori di esecuzione della rete idrica.
– Sistema di monitoraggio in continuo per i parametri Cov e Benzene sui camini E422, E423, E424, E425, E426 e E428 della cokefazione (prescrizione n. 91): è stato acquisito il numero specifico di ordine, che prevede la conclusione entro il 31/05/2013 con un ritardo di un mese sulla prescrizione (27/04/2013, ndr).
– Nebulizzazione di acqua (fog cannon) al fine di ridurre le emissioni diffuse dei parchi minerali, Omo, Coke Nord e GRF (prescrizione n. 12): è stato acquisito il numero dell’ordine di acquisto con previsione d’installazione delle prime fog cannon entro giugno 2013 e completamento entro ottobre 2013 (scadenza prevista: 27/10/2012, ndr).
Insomma, si ha la netta impressione che l’Ilva abbia ampia facoltà di cambiare la tempistica in base alle proprie esigenze, senza incontrare particolare resistenza. La nostra attenzione si concentra, poi, sul terzo punto trattato nella relazione che segnala “l’accertamento di talune violazioni dei limiti emissivi prescritti”. Così, dulcis in fundo, Ispra elenca al ministero dell’Ambiente cosa non va nello stabilimento Ilva:
– Rispetto alla durata delle emissioni visibili durante il caricamento della miscela nelle batterie 3-4-5-6-9-10 della cokeria (prescrizione 41): dalle registrazioni attualmente disponibili, fornite da Ilva Spa, con la relazione trimestrale (Dir 25 del 25 gennaio 2013, allegato 1.4.1) sono desumibili tempi quasi sempre superiori ai 30 secondi prescritti;
– Rispetto delle prescrizioni emissive per il parametro polveri nel reparto cokefazione (prescrizione 42): le registrazioni rilevano alcuni superamenti del limite di 20 mg/nm3 di concentrazione di polveri per le batterie 9-10 della cokeria con particolare accentuazione al superamento nella giornata di “wind days”, verificatosi il giorno 3 marzo 2013; per le batterie 3-4-5-6, oggi ferme, le registrazioni acquisite rilevano alcuni superamenti, nell’ultimo trimestre di esercizio prima della chiusura, del limite di 20 mg/nm3 di concentrazione di polveri e di 300 mg/nm3 di concentrazione di So2;
– L’emissione di particolato con il flusso di vapore acqueo in uscita dalle torri di spegnimento 1 e 2, asservite alle batterie 3-4 e 5-6 della cokeria non più in esercizio, in alcuni casi risulta superiore a 25 g/t coke (prescrizione 49) nei mesi antecedenti le fermate delle batterie prima della chiusura; altresì alcuni superamenti sono stati registrati anche per la torre di spegnimento n. 7 asservita alle batterie 11-12, attualmente in funzione, esaminando i monitoraggi mensili delle emissioni diffuse di polveri trasmessi con nota DIR 25 del 25/01/2013 in allegato 1.6.
Tutto bene, quindi? A noi sembra proprio di no. Ciò che emerge da queste pagine redatte dai tecnici dell’Ispra è che l’Ilva inquina ancora, con buona pace dei tarantini che continuano a subire veleni e ad ammalarsi. Eppure, il ministero dell’Ambiente ci ha messo poco per dare la sua benedizione a questo primo trimestre: “ Sulla base di quanto previsto dall’Autorizzazione Integrata Ambientale rilasciata il 26 ottobre 2012 e delle successive integrazioni in applicazione delle norme in vigore, al momento non risultano inadempienze da parte dell’azienda”. Una dichiarazione che pesa come piombo sulle spalle di un’intera città.
Alessandra Congedo per InchiostroVerde
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