“L’Ilva perde il pelo ma non vizio…” – La denuncia della cellula di fabbrica Prc

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TARANTO Riceviamo e pubblichiamo il comunicato stampa della cellula di fabbrica Ilva di Rifondazione Comunista.

“L’Ilva continua a discriminare gli operai che non si piegano ai suoi voleri. E premia i suoi “fedelissimi”, quelli che hanno obbedito e organizzato la manifestazione contro la Procura di Taranto del 30 di marzo del 2012. Come li ringrazia? E sopratutto il padrone Riva se li tiene stretti? Con soldi in busta paga che spetterebbero agli operai che rischiano la propria vita.

L’azienda in questi anni ha deciso di attuare una strana campagna di sensibilizzazione contro gli infortuni sul lavoro, introducendo delle classifiche e dei premi per tutti quei reparti che rientrassero dentro alcuni parametri. Ai lavoratori spetterebbe un “premio” di 100 euro, se gli infortuni nell’area dove operano rimangono al di sotto dei parametri stabiliti ogni anno dall’azienda, e ulteriori 100 euro per quei lavoratori che rientrano in una classifica tra i primi dieci reparti.

Ma caso strano, qualcuno ci guadagna molto di più senza rischiare sulla propria pelle.  E questi sono i preposti aziendali, i “capi” che hanno ricevuto in busta paga 1.000 euro! Mentre ai lavoratori, quelli che salgono sugli impianti, non sono stati pagati neanche i 100 euro promessi. La vicenda ha dell’incredibile, perché i lavoratori che operano sugli impianti non hanno percepito nulla e la direzione ha attuato l’ennesima discriminazione favorendo ancora una volta i “capi”.

Come Cellula di fabbrica Ilva di Rifondazione Comunista condanniamo l’atteggiamento discriminatorio dell’azienda, ma anche tutta l’impostazione che Ilva ha dato a questi premi: la sicurezza e l’obiettivo infortuni zeo sono possibili solo se l’azienda investe nel miglioramento degli impianti e nella cultura della sicurezza, a partire proprio dai preposti che dovrebbero vigilare sulla sicurezza dei lavoratori, senza mandarli allo sbaraglio, come purtroppo è spesso successo in questi anni e continua ancora a succedere”.

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