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Ilva, verso il referendum – Russo: “Momento storico per la città” – La prima intervista

TARANTO – Le elezioni politiche sono alle spalle, ma per i tarantini è già cominciato un altro importante conto alla rovescia. Tra poco più di un mese (esattamente il 14 aprile) si terrà il referendum consultivo (quindi non vincolante) sulla chiusura parziale o totale dell’Ilva. Due i quesiti proposti dal comitato Taranto Futura:

1° QUESITO: volete voi cittadini di Taranto, al fine di tutelare la vostra salute nonché la salute dei lavoratori contro l’inquinamento, proporre la chiusura dell’Ilva?

2° QUESITO: volete voi cittadini di Taranto, al fine di tutelare la vostra salute e quella dei lavoratori, proporre la chiusura dell’area a caldo dell’Ilva, maggiore fonte di inquinamento, con conseguente smantellamento dei parchi minerali?

Non si voterà, invece, per l’altro quesito proposto, quello relativo alla richiesta di risarcimento dei danni all’Ilva, non ammesso dal Comune perché l’ente si starebbe già muovendo in questa direzione (vicenda sui cui torneremo nei prossimi giorni).

La vigilia di questa consultazione referendaria sembra essere contraddistinta da un imbarazzante silenzio, come se fosse in atto una sorta di rimozione collettiva. Ed è difficile distinguere i confini tra chi “rimuove” per paura e chi lo fa per semplice convenienza. Il nostro intento, anche stavolta, è quello di informare la cittadinanza ascoltando, poco alla volta, le varie voci della città: dagli ambientalisti agli imprenditori, dai professionisti agli amministratori pubblici.

L’obiettivo è chiaro: sviscerare un argomento che per decenni è stato considerato tabù, senza la presunzione di avere la verità in tasca e senza l’ambizione di condizionare scelte soggettive. Ci sembra giusto cominciare questo percorso da colui che più di tutti si è battuto per questo referendum: l’avvocato Nicola Russo, portavoce del comitato promotore.

Avvocato, come si sta muovendo la macchina organizzativa del Comune? E come intende muoversi Taranto Futura?

“Lunedì prossimo andrò a Palazzo di Città proprio per verificare come stanno lavorando. Per quanto ci riguarda, invece, andremo nelle piazze per fare opera di proselitismo con iniziative di volantinaggio. E’ ovvio che andremo anche nelle tv per informare i cittadini su questo importante strumento democratico che abbiamo messo a loro disposizione. Si tratta di un momento storico per la città. I tarantini avranno finalmente la possibilità di dire la loro”.

Quali indicazioni darete ai cittadini?

“Lasceremo a loro la facoltà di decidere ciò che ritengono più opportuno.  Ho molta fiducia nei tarantini, ma non me la sento di fare pronostici. Il risultato è davvero imprevedibile. Prenderemo atto di qualsiasi decisione”.

Cosa si aspetta dalla Corte Costituzionale, che il prossimo 9 aprile esaminerà la legge “salva Ilva”?

“Nutro forti dubbi su quella legge. Secondo me contiene palesi elementi di incostituzionalità, come hanno fatto notare la Procura e gip Todisco, ma mi aspetto di tutto. Spero davvero che la Corte Costituzionale non prenda una decisione fantasiosa”.

Se la legge “salva Ilva” dovesse superare questo scoglio senza problemi, cosa resterebbe da fare?

“La magistratura ha un’altra chance: può applicare le norme comunitarie, e quindi il principio di precauzione, e disapplicare la legge “salva Ilva”. Noi abbiamo già consegnato nelle mani del procuratore della Repubblica Franco Sebastio un documento che indica chiaramente questa possibilità”.

Torniamo all’appuntamento  referendario del 14 aprile. Quale appello vuole lanciare ai tarantini?

“Li invito a cogliere l’importanza di questo momento storico che ha anche risvolti sociali. Finalmente, i cittadini potranno spingere la classe dirigente  verso modelli di sviluppo economico alternativi alla grande industria. Il sindaco Stefàno potrebbe essere costretto a prendere dei provvedimenti in materia sanitaria che finora ha evitato. Anche per le forze ambientaliste è un’occasione storica. Devono muoversi e abbandonare certe forme autoreferenziali. Una cosa è portare in piazza 6-10 mila persone, un’altra cosa è chiedere il parere ad un’intera città tramite lo strumento referendario. E’ una decisione cruciale: o si torna indietro o si va verso un futuro differente garantendo comunque l’occupazione. Siamo arrivati al dunque: o dentro o fuori”.

Alessandra Congedo per InchiostroVerde

 

 

 

 

 

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