Porto di Taranto, container in picchiata: -42,1%
TARANTO – Anche il 2013 inizia con il segno negativo per il porto di Taranto. L’Autorità Portuale ha infatti reso noto le statistiche del mese di gennaio in cui lo scalo ionico ha movimentato 1,8 milioni di tonnellate di merci, il 34,5% in meno rispetto ai 2,8 milioni di tonnellate del gennaio 2012, con una variazione assoluta di -972.314 tonnellate. La flessione è stata del 20,5% per l’imbarco con 489.000 tonnellate e del 55% per lo sbarco con 68.000 tonnellate. Il calo ha riguardato tutti i comparti: per il carico secco del 42,9% a 992.000 tonnellate, mentre per le rinfuse liquide il calo è stato del 15,9% a 469.000 tonnellate. Le merci in container sono scese del 20,6% a 134.000 tonnellate con una movimentazione container diminuita del 42,1% a 14.031 TEU, mentre la flessione delle merci convenzionali è stata del 29,2% a 423.000 tonnellate.
Dunque, prosegue il momento nero del porto. Che aveva concluso il 2012 registrando, rispetto al 2011, una diminuzione del traffico del 14,4% scendendo a 34,9 milioni di tonnellate merci rispetto ai 40,8 milioni registrati nel 2011. In negativo anche i carichi allo sbarco e all’imbarco, calati rispettivamente del 17,7% a 21,2 milioni di tonnellate e dell’8,6% a 13,7 milioni di tonnellate. Il comparto delle merci varie registrò una contrazione del 26,1% dei volumi, scesi a 9,2 milioni di tonnellate, con una drastica riduzione delle merci containerizzate, che hanno totalizzato 1,8 milioni di tonnellate (-58,4%) con una movimentazione complessiva di 263.461 container TEU (-56,4%), e con una flessione dell’8,4% delle altre merci varie, che sono ammontate a 7,3 milioni di tonnellate. In diminuzione anche i volumi di rinfuse: i carichi liquidi si sono attestati a 5,2 milioni di tonnellate (-23,4%) e quelli solidi a 20,5 milioni di tonnellate (-4,7%).
Tutto questo nonostante il porto di Taranto, insieme a quello di Gioia Tauro, abbia azzerato l’importo delle tasse di ancoraggio e d’imbarco, proprio per scongiurare la fuga dei traffici verso i porti del nord Africa ed europei a tutt’oggi più competitivi. Facoltà che la legge di Stabilità ha prorogato fino al 30 giugno: da quest’anno infatti, l’aumento delle tasse sarà del 30% e di un ulteriore 15% nel 2014. Ciò detto, é indubbio che sulla flessione del traffico dello scalo ionico abbia influito la crisi del mercato mondiale. Ma questi dati sono anche il frutto di quanto accadde nel settembre 2011, quando Evergreen di Taiwan (che divide a metà con Hutchison Whampoa di Hong Kong, il gruppo cinese concessionario con la società TCT, la concessione del porto di Taranto dal 2001), trasferì due delle quattro linee con il Far East dallo scalo ionico al Pireo, dimezzando di fatto il traffico dei container. Così come pesa, inevitabilmente, la crisi dell’Ilva e il rallentamento previsto e annunciato dalla stessa Autorità Portuale a causa dei lavori che da qui al 2014 dovranno essere avviati e completati presso lo scalo ionico. La strada, dunque, è alquanto in salita.
Gianmario Leone (TarantoOggi, 05.03.2013)