Sino a prova contraria, non ci possono essere fraintendimenti di sorta. Il VIA libera alla prima fase, secondo quanto sostiene il ministero dello Sviluppo Economico, c’è stato. E se c’è stato, vuol dire che il ministero dell’Ambiente ha per forza di cose ricevuto dall’Eni una richiesta di qualcosa. Del resto, sino a ieri, non abbiamo ricevuto alcuna smentita alla notizia da noi riportata né dal MISE né dalla stessa Eni, da sempre molto attenta alle notizie sulla stampa che la riguardano da vicino.
L’unico errore che abbiamo potuto commettere, é l’aver attribuito lo scambio di documenti unicamente al ministero dell’Ambiente e non anche al MISE. Cosa peraltro non specificata da nessuna parte. L’unica alternativa che rimane da vagliare, resta un clamoroso errore da parte del MISE nell’aggiornamento dell’istanza presentata dall’azienda. Ma in tal caso, l’errore è di un altro ministero, non certo di questo giornale o di chi scrive, che di tutto può essere accusato, tranne di pubblicare notizie false o di documentarsi male. Visto che da sempre scriviamo soltanto documentandoci su atti e dati ufficiali.
Gianmario Leone (TarantoOggi, 22.02.2013)
IL DOCUMENTO CON LA FRASE SULL’ESCLUSIONE “VIA” EVIDENZIATA (cliccare sull’immagine per ingrandirla)
LA RETTIFICA – Gentile direttore, ieri il suo quotidiano ha pubblicato un lungo articolo in cui descrive una vicenda complessa sulle trivelle dell’Eni. L’articolo sostiene che il ministero dell’Ambiente avrebbe dato il via libera a un progetto della compagnia petrolifera nel golfo di Taranto. Il giornalista Gianmario Leone si è documentato male ed è incorso in un abbaglio, fornendo ai suoi pregiati lettori una notizia falsa. L’articolo racconta una lunga corrispondenza, ricca di atti e di documenti, fra il ministero dell’Ambiente e l’Eni. Alla fine – scrive il suo giornale – il ministero dell’Ambiente avrebbe consentito alla compagnia petrolifera l’esclusione dalla Valutazione di impatto ambientale (Via). Nulla di tutto ciò. Questi i collegamenti che il ministero dell’Ambiente ha avuto con il progetto dell’Eni. Nel gennaio 2010 il ministero dello Sviluppo economico ha scritto all’Eni, e per conoscenza al nostro ministero, una nota in cui si invitava la compagnia a presentare una richiesta di Valutazione di impatto ambientale su un suo progetto nel golfo di Taranto. Dopo quasi tre anni, non avendo ricevuto alcun progetto dell’Eni, nel dicembre scorso abbiamo scritto al ministero dello Sviluppo economico e all’Eni spiegando che, se non c’è un progetto da valutare, noi non lo valutiamo; e che qualora l’Eni avesse un progetto da valutare, lo valuteremo. Tutto qui. Non abbiamo avuto gli scambi di documenti, le mappe, le richieste, le istanze, i rigetti, le riperimetrazioni e quant’altro di cui scrive il suo giornale. Sarebbe bastata una telefonata di verifica. I suoi lettori meritano notizie vere.
Jacopo Giliberto, portavoce del ministero dell’Ambiente
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da noi si dice:
IL BUE CHE CHIAMA CORNUTO AL CIUCCIO!!!
Questo funzionario cosi' solerte , tal Jacopo Giliberto ( dubito sia parente del comandante del FOCA partito da Taranto in missione di guerra e scomparso nelle acque di HAIFA il 12 10 del 1942) perche' non rettifica le aberranti dichiarazioni di clini riguardo al quartiere tamburi?