Marina Militare e mar Piccolo inquinato, dov’è la verità?

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TARANTO – «Ciò che abbiamo garantito in conferenza di servizi procede a passo spedito. E non potrebbe essere diversamente». Sono le parole rassicuranti del capitano di vascello Fabrizio Gaeta, direttore del Genio Militare della Marina di Taranto, riportate oggi in un articolo della Gazzetta del Mezzogiorno che si sofferma sul progetto di messa in sicurezza di un’area situata nel primo seno di mar Piccolo. Si tratta del sito “Ex area Ip” dell’Arsenale Militare, interessato da una pesante contaminazione (metalli, pcb, inquinanti inorganici) dovuta proprio alle attività passate della Marina Militare. Il nostro sito è tra i pochi  (insieme al TarantoOggi) ad aver sviscerato la vicenda e i relativi retroscena (link: https://www.inchiostroverde.it/news/pcb-in-mar-piccolo-a-luglio-progetto-definitivo-per-messa-in-sicurezza-area-arsenale.html).

La consegna del Progetto definitivo per la messa in sicurezza di emergenza delle acque di falda (Mise) era prevista per lo scorso mese di luglio. Doveva essere un passaggio cruciale, al termine di un iter piuttosto tortuoso che aveva visto il Servizio Ciclo dei Rifiuti e Bonifica della Regione formulare una serie di osservazioni e prescrizioni sul Progetto presentato da Marigenimil. Nel corso della Conferenza dei Servizi decisoria, tenuta l’8 marzo 2012, Marigenimil aveva assicurato una programmazione finanziaria che garantiva l’avvio delle procedure per l’esecuzione delle opere entro il 2012. Siamo arrivati a febbraio 2013 e non ci sembra che tutto sia filato liscio.

Da quanto ci risulta, già a luglio 2012, la Regione aveva chiesto informazioni sul complesso delle attività. Da parte della Marina Militare la risposta sarebbe stata lapidaria: “sono in corso”. Un’altra sollecitazione sarebbe partita dalla Regione a metà gennaio 2013, con  la richiesta di trasmettere informazioni sullo stato di avanzamento delle tre attività in corso. Dalla Marina Militare, però, non sarebbe arrivato alcun riscontro. A questo punto, è bene precisare quali sono le attività interessate.

Innanzitutto, c’è il Piano di integrazione alla caratterizzazione ambientale. Nel tavolo tecnico del 4 ottobre 2011, Marigenimil affermava che avrebbe trasmesso i risultati della caratterizzazione integrativa entro maggio 2012. Secondo fonti ben informate, però, alla Regione non sarebbe ancora pervenuta alcuna notizia circa il completamento della caratterizzazione integrativa. Poi c’è l’attività di messa in sicurezza di emergenza delle aree con presenza di rifiuti. Durante lo stesso tavolo tecnico, Marigenimil aveva comunicato che l’avvio della rimozione dei rifiuti sarebbe partito entro sessanta giorni dalla data della riunione. A quanto pare, la rimozione è stata solo parziale e alla Regione non sarebbe giunta alcuna notizia in merito al suo completamento.

Poi c’è il terzo punto. Durante l’articolato iter di condivisione delle attività necessarie alla messa in sicurezza delle acque di falda, si era ritenuto necessario attuare una serie di opere, a partire dal sistema di mitigazione (pompaggio e trattamento delle acque in un impianto di depurazione esistente). Al momento, non sarebbe pervenuta alcuna  notizia circa il funzionamento di tale sistema. Facciamo qualche passo indietro e torniamo alle conferenze dei servizi dell’8 marzo e del 22 febbraio 2012, quando è stato condiviso il “Progetto preliminare di messa in sicurezza di emergenza delle acque di falda”.

I partecipanti avevano concordato la necessità di sottoporre il progetto definitivo all’esame degli enti competenti. Marigenimil aveva previsto quanto segue: “la consegna del progetto definitivo avverrà entro luglio 2012”. Anche in questo caso, fonti ben informate ci dicono che il progetto definitivo di messa in sicurezza di emergenza, al momento, non risulta ancora pervenuto in Regione. Tutto procede a passo spedito, quindi? A noi sembra vero il contrario.

Infine, ci concediamo una domanda ingenua: l’ingegner Alfio Pini, commissario per le bonifiche dell’area tarantina, ha già preso contatti o chiesto informazioni sullo stato di tutte le potenziali fonti inquinanti (dalla grande industria alla Marina Militare)? Anche su questo punto ci impegniamo a svolgere un ulteriore approfondimento. Così come seguiremo da vicino le vicende relative ai mitilicoltori tarantini, costretti ad abbandonare il primo seno di mar Piccolo (su cui pende un divieto di prelievo e commercializzazione delle cozze dal 22 luglio 2011) ed esiliati nelle nuove aree di mar Grande, dove li attende un futuro carico di incognite.

Alessandra Congedo (in collaborazione con Gianmario Leone) – In esclusiva per InchiostroVerde

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