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Ilva, cassa integrazione in deroga per altri 603 lavoratori

TARANTO – L’Ilva chiederà la cassa integrazione in deroga per altri 603 lavoratori degli impianti in via di dismissione o di rifacimento in ottemperanza delle prescrizioni Aia (altoforno 1, cokerie e acciaierie). E’ quanto si è appreso dopo la riunione tenuta stamattina con i sindacati.  Finora erano 790 i lavoratori già interessanti dalla procedura dal mese di dicembre. Adesso si arriva ad un totale di 1393 dipendenti. Il periodo per la nuova cig va dallo scorso primo gennaio al 2 marzo prossimo. Ieri, il presidente dell’Ilva Bruno Ferrante, al termine di un vertice tenutosi  a Palazzo Chigi con esponenti del Governo, ha garantito che gli stipendi di gennaio saranno regolarmente pagati entro il prossimo 12 febbraio.

IL RESOCONTO DEI SINDACATI – Fim Fiom e Uilm commentano così le rassicurazioni aziendali in merito al pagamento degli stipendi: «Nel considerare tale decisione un gesto di responsabilità e un atto dovuto a fronte della prestazione lavorativa effettuata, abbiamo invitato l’azienda a non ripetere per le prossime mensilità gli annunci sui mancati stipendi che tanto hanno alimentato il clima di tensioni». Di seguito il comunicato diffuso dalle organizzazioni sindacali al termine dell’incontro tenuto stamattina presso la sede della Dirigenza Ilva di Taranto.

“L’azienda ha annunciato il ricorso alla cassa integrazione in deroga per 1393 lavoratori (Afo, cokeria, acciaieria, laf, Erw, Finiture Nastri e altri), con decorrenza dal 1° gennaio e fino al 2 marzo, per la quale si attende per la prossima settimana l’approvazione dal Ministero per il Lavoro e che darà copertura anche a quei lavoratori impropriamente sospesi. Il confronto sindacale di queste settimane sulle ripartenze annunciate e sul rientro di lavoratori sospesi o in cassa integrazione, ha prodotto il risultato per il quale a partire dal 4 febbraio e gradualmente per le settimane successive rientreranno 535 lavoratori, di cui 360 al LAF e gli altri distribuiti all’ERW e rivestimenti e per ordinativi minori.

Resta, invece, aperto il confronto per ricollocare i cassintegrati a partire da quelli del Treno Nastri 1 per i quali si richiede la rotazione col personale Treno Nastri 2.  Fim Fiom e Uilm hanno preso atto della dichiarazione aziendale relativa al percorso di ricapitalizzazione dell’Ilva che, ove vedesse entrare negli assetti societari nuovi partners industriali, significherebbe l’arrivo di nuovi capitali e l’avvio di una nuova fase in cui gli assetti proprietari non sarebbero più esclusiva della famiglia Riva. A fronte degli esiti incerti di tale percorso, riteniamo che l’intervento dello Stato sia più che mai attuale, quale garanzia per la realizzazione dell’AIA e del risanamento ambientale, nonché della salvaguardia occupazionale per tutti i lavoratori.

Proprio per questo, è più che mai attuale esaminare il Piano Industriale e degli Investimenti non ancora sottoposti al confronto con il sindacato. Fim Fiom e  Uilm hanno, inoltre, chiesto di poter avere un tavolo permanente che si occupi del Piano Operativo per l’applicazione dell’AIA, sia per poter verificare la realizzazione degli interventi e degli obblighi stabiliti dall’AIA stessa, sia per poter avere conoscenza diretta e in tempo reale delle ulteriori fermate e di quanti lavoratori potranno essere reimpiegati. Sulla base di queste conoscenze chiederemo, non appena si rende necessario, un incontro all’Autorità Garante per l’AIA”.

A partire dalla prossima settimana,  sindacati e azienda torneranno a incontrarsi per fare nuovamente il punto della situazione.

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