Fonti energetiche, Greenpeace: «Monti, Bersani e Berlusconi sono dei dinosauri!»

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ROMA
– Greenpeace lancia il suo atto d’accusa a Monti, Bersani e Berlusconi sul web ritraendoli come dinosauri immaginari, simbolo di una politica vecchia – incapace di ascolto e interlocuzione con la società civile – e incapace di uscire dall’epoca delle fonti fossili. “I dinosauri sono estinti da tempo, il Bersanodonte, il Tirannosilvio e il Montisauro invece sono ancora qui e si candidano a guidare il Paese” afferma Andrea Boraschi, responsabile della campagna Energia e Clima di Greenpeace Italia. “Per la loro inclinazione verso le fonti energetiche sporche Monti, Bersani e Berlusconi sono “fossili” come i dinosauri. 46 mila cittadini chiedono ai politici cosa intendono fare per garantire un futuro energetico sostenibile per il Paese. Da questi tre leader solo un silenzio che dura oramai da mesi”.

Greenpeace conduce una campagna online per chiedere ai candidati alle prossime elezioni politiche di prendere impegni concreti e precisi per contrastare lo sfruttamento di petrolio e carbone nella produzione di energia elettrica e favorire invece fonti rinnovabili ed efficienza. Sul sito www.IoNonViVoto.org i cittadini stanno mandando un messaggio chiaro alla politica, attraverso una petizione che raggiunge direttamente gli indirizzi mail di partiti e leader: non avrete il nostro voto se non vi impegnate per una svolta radicale nel settore energetico. Al contempo Greenpeace ha sottoposto una piattaforma energetica a tutti i candidati, ottenendo risposte da molti, ultimo in ordine di tempo Antonio Ingroia, che ha espresso il suo consenso a tutte le proposte dell’associazione ambientalista.

La questione energetica è  centrale per il futuro del Paese: lo sviluppo del settore ha a che fare con la salute pubblica, l’ambiente,
il clima, l’occupazione e l’economia. In una congiuntura sfavorevole, che vede protrarsi la crisi da oramai alcuni anni, è incredibile come nella campagna elettorale nessuno ricordi che negli ultimi anni, in Italia, le fonti rinnovabili hanno garantito un risparmio compreso tra gli 8 e i 10 miliardi di euro annui, dovuto alle minori importazioni di fonti fossili. Come risulta da più analisi, la questione ambientale nel suo complesso ha un ruolo marginale nei programmi dei partiti di questi tre leader.

Greenpeace ricorda come il candidato Berlusconi sia stato prima sponsor del nucleare – bocciato dagli italiani – e poi del carbone. Monti invece ha  scambiato il Belpaese per il Texas, proponendo una strategia energetica basata sullo sfruttamento delle misere risorse petrolifere del nostro suolo e, ancor peggio, dei nostri mari. Bersani, dichiaratosi totalmente d’accordo con Monti, è a capo di un partito che accetta supinamente – e talvolta promuove – l’aumento dell’uso del carbone in Italia.

Comunicato stampa di Greenpeace

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