Il mittente é l’assessore regionale alla Protezione civile, Fabiano Amati. Che ancora una volta mostra di non averi peli sulla lingua quando si tratta di Ilva. “Mi spiace dover dire che nonostante numerosi solleciti, il Presidente dell’Ilva e il Sindaco di Taranto non abbiano ancora riscontrato le richieste avanzate, impedendo ai dirigenti e funzionari regionali(Protezione civile, Lavori pubblici e Rischio incidenti rilevanti) la possibilità di comprendere le interferenze per i possibili rischi a carico dei ragazzi che frequentano l’edificio scolastico e dei cittadini del quartiere, così da attivare eventualmente tutte le iniziative di cautela e prevenzione”. Ma l’assessore Amati non si limita a denunciare le mancanze di azienda e Comune. Perché “qualora alla scadenza del termine perentorio assegnato (tre giorni) dovesse perdurare lo stato d’inerzia da parte di Ilva e dell’Amministrazione comunale di Taranto, ho chiesto al Segretario generale dell’Autorità di Bacino della Puglia, al Direttore d’area e al Dirigente del Servizio di Protezione civile regionale, ognuno perle proprie competenze, di intraprendere prontamente tutte le iniziative consentite dalle leggi vigenti”. Ma queste cose il ministro dell’Ambiente Corrado Clini le sa? Chissà.
Intanto, è quanto meno singolare che il presidente Ilva Bruno Ferrante abbia il tempo per depositare un giorno sì e l’altro pure istanze in tribunale, e non trovi il tempo per trasmettere alla Regione Puglia la documentazione sulle condotte sotterranee che servono all’Ilva per aspirare attraverso le idrovore l’acqua dal Mar Piccolo, utile al raffreddamento degli impianti. Così come è davvero scandaloso e inaccettabile che l’amministrazione comunale, dallo scorso 8 marzo, non abbia ancora trasmesso i documenti necessari a fare chiarezza sul crollo improvviso dell’asfalto di piazza Tamburi dove si svolgeva il mercato rionale settimanale, che per soltanto per pura fortuna non costò la vita ai tre componenti del mezzo che precipitò nella voragine che si aprì all’improvviso al loro passaggio. Questa, semmai ce ne fosse ancora bisogno, è l’immagine più chiara di due fenomeni che da anni subisce questa città. Il totale disinteresse dell’Ilva nei confronti di un’intera comunità, dall’altro una macchina amministrativa incapace di tutelare la salute e l’incolumità dei cittadini. Oltre che una totale incapacità nell’amministrare la cosa pubblica.
Gianmario Leone (TarantoOggi, 26.01.13)
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