Ilva, Farina (Fim-Cisl): «Procura faccia passo indietro su sequestro»

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«La procura faccia un passo indietro sul sequestro delle produzioni e l’azienda faccia un passo avanti su investimenti di ambientalizzazione ricostruendo un rapporto sano con la città di Taranto». Lo dichiara in una nota stampa Giuseppe Farina, segretario generale della Fim Cisl. «L’incontro di Palazzo Chigi di venerdì 18 sull’Ilva – continua Farina – ha segnato un punto di svolta importante nella difficile vertenza industriale e ambientale che interessa la città di Taranto, il lavoro di migliaia di lavoratori e le prospettive dell’industria siderurgica e manifatturiera del nostro paese. Tutti i soggetti interessati presenti al tavolo, azienda in primo luogo, amministratori locali, regione provincia e comune di Taranto e le parti sociali, hanno concordato e condiviso il documento proposto dal Governo che riafferma con forza che a Taranto e nell’Ilva, non c’è alcuna alternativa alla immediata applicazione del decreto legge 231, che rappresenta la soluzione (approvata a larghissima maggioranza dal Parlamento italiano) per risolvere definitivamente e positivamente il problema della compatibilità ambientale e delle produzioni siderurgiche a Taranto».

Prosegue Farina: «E’ bene che anche la procura di Taranto capisca che non c’è alternativa alcuna alla piena applicazione della legge e al conseguente dissequestro delle produzioni finite, oggi giacenti nei piazzali e nei magazzini dell’Ilva. Il dissequestro delle produzioni è quindi un atto dovuto da parte della procura di Taranto e decisivo per consentire l’avvio degli investimenti e delle operazioni di bonifica ambientale e della ripresa delle attività produttive. In assenza di ciò, c’è solo il concreto rischio di chiusura dello stabilimento e di sicuro in questo modo, non si tutelerebbe né l’ambiente, né la salute, né il lavoro. Si precipiterebbe invece in una vera catastrofe sociale e industriale che fatalmente rischierebbe di diventare un grave problema di ordine pubblico, e non solo nella città di Taranto. E’ davvero giunto il momento che la procura di Taranto e la stessa Ilva si rimettano alla legge, alla responsabilità e al buon senso; la Procura applichi la legge senza ulteriori indugi e faccia un passo indietro sul sequestro delle lavorazioni prodotte, l’azienda faccia un passo avanti sugli investimenti ambientali e ricostruisca un rapporto sano e positivo con la città di Taranto».

 

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