Ilva, Clini: «In attesa che la Consulta si esprima, la legge va applicata»
«Prendo atto della decisione del Tribunale dell’Appello di Taranto in merito alla richiesta della Procura della Repubblica sull’eccezione di costituzionalità della legge 231/2012». Sembra partire con il piede giusto il ministro dell’Ambiente Corrado Clini in una nota stampa. Poi, però, il testo prende un’altra piega.
«La legge – continua il ministro – ha integralmente recepito le prescrizioni stabilite dalla Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA), rilasciata all’ ILVA il 26 ottobre 2012, che impongono – in anticipo rispetto alle scadenze europee – l’impiego delle migliori tecniche disponibili per la produzione di ferro e acciaio, ai fini della tutela della salute e della protezione ambientale. Per dare attuazione all’AIA è necessaria la continuità produttiva dello stabilimento. Per questo motivo la legge stabilisce ‘la prosecuzione dell’attività produttiva anche quando l’autorità giudiziaria abbia adottato provvedimenti di sequestro sui beni dell’impresa titolare dello stabilimento’».
Clini aggiunge che, agli stessi fini, “è stato rimosso, direttamente e con effetto immediato, il vincolo del sequestro degli impianti e dei prodotti, disponendo che ILVA ‘è immessa nel possesso dei beni dell’impresa ed è in ogni caso autorizzata alla commercializzazione dei prodotti, ivi compresi quelli realizzati antecedentemente alla data di entrata in vigore della legge’”. «La legge – conclude il ministro – è stata pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale del 4 gennaio 2013. E’ un provvedimento urgente. Ad oggi l’impresa non ha la disponibilità dei prodotti diversamente da quanto previsto dalla legge, e questa situazione può compromettere il rispetto delle prescrizioni e dei tempi stabiliti dall’AIA per la protezione della salute e dell’ambiente. Desidero sottolineare che, in attesa che la Consulta si esprima, la legge deve comunque essere applicata».
N.B. E intanto l’Ilva… (foto scattata alle 8.30 di oggi dal mar Piccolo)