Ilva, Ferrante attacca i magistrati: «C’è accanimento»

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TARANTO – «Sono perplesso rispetto a quanto sta accadendo. E’ difficile comprendere le ragioni di quello che non può non definirsi un vero e proprio accanimento della Procura nei confronti dell’Ilva: accanimento che colpisce non solo l’impresa, ma soprattutto le migliaia  di lavoratori e le loro famiglie».  Parole di Bruno Ferrante, presidente dell’Ilva, tornato a dire la sua con un comunicato stampa che ripropone il solito leitmotiv. «La Società ha già iniziato ad applicare l’Aia – sostiene Ferrante –  abbiamo già compiuto i primi passi in tal senso con l’inizio del rifacimento delle cokerie  5 e 6 e dell’altoforno 1, fermati nel mese di dicembre; dai primi di gennaio abbiamo iniziato il rifacimento anche delle cokerie 3 e 4 e a seguire intraprenderemo i lavori previsti agli altoforni 2, 4 e 5.   Nonostante l’Arpa abbia dichiarato recentemente che la situazione ambientale di Taranto è sotto controllo, con una diminuzione sia del PM10 che del contenuto di benzo(a)pirene, e nonostante il Governo abbia adottato un decreto legge, poi convertito in legge dal Parlamento, che prevede che l’Azienda possa continuare a lavorare e spedire i prodotti lavorati e semilavorati già da fine luglio, i magistrati si oppongono senza ragionevoli motivi alla liberazione di tali beni».

E’ quanto dichiara il presidente dell’Ilva fingendo di ignorare che quei prodotti sono soggetti a confisca perché ritenuti dalla Procura «provento di attività che, almeno fino al 3 dicembre 2012, era da considerarsi condotta ‘contra legem’». Quei beni, infatti, sono stati prodotti nonostante il divieto di svolgere attività produttiva nell’area  a caldo posta sotto sequestro. Ferrante, però, insiste: «Va da sé che lo sblocco della merce è a questo punto imprescindibile per continuare la vita aziendale che è gravemente danneggiata dai loro provvedimenti. L’azienda ha messo in atto  un grandissimo sforzo  finanziario per procedere regolarmente al pagamento degli stipendi del mese di gennaio. Mi auguro che la situazione possa evolvere positivamente per fare altrettanto il prossimo mese». Proprio oggi,  una nuova eccezione di incostituzionalità di alcune norme della legge  ‘salva Ilva’ è stata presentata dalla Procura di Taranto al Tribunale del riesame, impegnato nella discussione dell’appello presentato dall’Ilva contro la decisione del gip di respingere l’istanza di dissequestro dei prodotti finiti e semilavorati. La Procura ha già depositato presso la Corte Costituzionale un ricorso per conflitto di attribuzione (A. Cong).

 

 

 

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