E’ quanto dichiara il presidente dell’Ilva fingendo di ignorare che quei prodotti sono soggetti a confisca perché ritenuti dalla Procura «provento di attività che, almeno fino al 3 dicembre 2012, era da considerarsi condotta ‘contra legem’». Quei beni, infatti, sono stati prodotti nonostante il divieto di svolgere attività produttiva nell’area a caldo posta sotto sequestro. Ferrante, però, insiste: «Va da sé che lo sblocco della merce è a questo punto imprescindibile per continuare la vita aziendale che è gravemente danneggiata dai loro provvedimenti. L’azienda ha messo in atto un grandissimo sforzo finanziario per procedere regolarmente al pagamento degli stipendi del mese di gennaio. Mi auguro che la situazione possa evolvere positivamente per fare altrettanto il prossimo mese». Proprio oggi, una nuova eccezione di incostituzionalità di alcune norme della legge ‘salva Ilva’ è stata presentata dalla Procura di Taranto al Tribunale del riesame, impegnato nella discussione dell’appello presentato dall’Ilva contro la decisione del gip di respingere l’istanza di dissequestro dei prodotti finiti e semilavorati. La Procura ha già depositato presso la Corte Costituzionale un ricorso per conflitto di attribuzione (A. Cong).
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