“Si tratta – spiega Prete nella nota – di un primo obiettivo portato avanti dal Commissario, supportato da tutta la struttura dell’Autorità portuale e dalle istituzioni nazionali, regionali e locali che hanno dimostrato di credere nella risorsa del porto per la ripresa dell’economia ionica e nell’interesse dello sviluppo del Paese”. Inoltre, è stata “già avviata dalle amministrazioni competenti l’istruttoria relativa ai progetti di dragaggio della banchina del Molo polisettoriale e della Vasca di colmata per il contenimento dei fanghi, che terminerà nei primi mesi del 2013”. Ieri, intanto, sono iniziati i lavori rientranti tra quelli previsti nell’opera strategica di interesse nazionale denominata “Piastra portuale dell’hub portuale di Taranto”, come la bonifica ordigni bellici, i monitoraggi ambientali, la demolizione delle strutture della “ex squadra Rialzo” e indagini archeologiche.
“Dopo l’inizio nell’aprile scorso della realizzazione in ambito portuale degli impianti di cantiere – conclude Prete – si è pervenuti ad uno stadio di effettiva operatività nonostante non poche difficoltà e superando in tempi brevi quella empasse burocratico procedurale che precede la realizzazione di opere pubbliche nel Paese”. Viene inoltre riconfermato che nel primo semestre del 2013 avranno inizio i lavori della “Strada di collegamenti dei Moli” e le “Opere Marittime” collegate al progetto. “Si tratta di un risultato che evidenzia come l’unità di intenti e l’azione sinergica da più parti siano il Arriva dunque l’ennesima conferma sul fatto che, almeno per il momento, deve considerarsi definitivo l’addio al progetto Distripark per quanto riguarda il porto di Taranto.
L’unico vero progetto in grado di rilanciare e dare un futuro allo scalo ionico, come abbiamo più volte denunciato in questi ultimi mesi, nel silenzio più assoluto. Quello che in questa nota, come in tutte le altre sin qui redatte l’Autorità portuale non dice, è che il dirottamento dei fondi previsti per il distripark, fu chiesto dalla Regione Puglia e fu appoggiato da Comune e Provincia di Taranto in sede di accordo a Roma, altrimenti “sarebbe saltato tutto” come ammise lo stesso Florido. L’assessore regionale ai Trasporti, Guglielmo Minervini, dopo la delibera CIPE dello scorso 3 agosto, dichiarò che appena la Regione avrebbe avuto la disponibilità dei fondi FAS, avrebbe provveduto a rifinanziare il progetto del Distripark, che non era da considerarsi “annullato per sempre, ma soltanto rinviato”. presupposto essenziale per il raggiungimento di obiettivi condivisi, nell’interesse collettivo”.
Intanto in questi giorni, il presidente dell’Autorità Portuale è a Shangai, ospite del “Shanghai International Shipping Institute”, che rappresenta il maggiore istituto Universitario pubblico cinese, preminentemente caratterizzato dell’eccellenza nelle attività di ricerca nel settore marittimo e dei porti, nelle attività di formazione accademica e delle comunicazioni. L’istituto costituisce il riferimento privilegiato nel mercato cinese ed internazionale nella definizione delle politiche e delle strategie del governo della Cina, degli operatori privati e di tutte le Compagnie di Navigazione.
Nel corso della visita, in più occasioni, il presidente è stato invitato a presentare il Porto di Taranto ai maggiori operatori cinesi e investitori internazionali del mondo dello “shipping”, che vedono nel porto di Taranto “uno scalo mediterraneo che si sta adeguatamente attrezzando per differenziarsi dagli altri scali hub di transhipment al fine di divenire centro di logistica, piattaforma intermodale per il collegamento con i mercati del nord Italia, del centro Europa e del nord Africa”. In particolare nell’agenda del Presidente è prevista, per i prossimo 20 dicembre, una presentazione del porto di Taranto ai rappresentanti delle Camere di Commercio Europea ed italiana Cina le quali hanno organizzato un “Logistics and Maritime Transport Working Group” per approfondire le tematiche connesse alle potenzialità di sviluppo dello scalo ionico. “
Tutti gli sforzi convergono, infatti, oggi più che mai affinché il porto di Taranto, già dall’anno 2015 possa rappresentare quella infrastruttura d’eccellenza che incoraggi lo sviluppo dell’economia pugliese e del Mezzogiorno”. Al di là di tutto, è bene ribadire che il molo polisettoriale, sicuramente di importanza strategica in funzione di un più agevole sviluppo futuro dello scalo, è un chiaro favore ai cinesi della TCT. Il perché è presto detto. Nell’accordo firmato a Roma lo scorso 20 giugno per il rilancio del porto di Taranto, è scritto nero su bianco che la TCT Spa, previo accordo con l’Autorità portuale, curerà a proprie spese e senza diretta responsabilità per la TCT medesima, la progettazione e la direzione di una serie di lavori, dove al primo punto, guarda un po’, è prevista proprio la riconfigurazione ai fini dell’adeguamento dei primi 1800 mtl della banchina del Molo Polisettoriale per consentire i dragaggi.
Dunque, onde evitare la fuga e il disimpegno della TCT, si è acconsentito a definanziare il Distripark che viene rinviato a data da destinarsi. L’importante era garantire a TCT i lavori per il traffico container, con i dragaggi che sono propedeutici all’arrivo delle navi più moderne. Taranto interessa i cinesi per i loro “interessi”, che però non collimano con un’opera che senza il distripark avrà poco senso.
Gianmario Leone (TarantoOggi del 18-12-2012)
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