Tromba d’aria in Ilva, Fondo Antidiossina: rischio amianto
La spaventosa tromba d’aria del 28 novembre scorso (pare F3, scala Fujita) potrebbe aver diffuso fibre di amianto a distanza di centinaia di metri e forse anche chilometri. Tali fibre microscopiche, inferiori anche a 3 micron, non possono essere rilevate e tanto meno “raccolte” con alcun sofisticato strumento e, se tale diffusione dovesse essere confermata, potrebbe causare serissimi problemi di salute tra gli operai e nella popolazione.
Al Fondo Antidiossina Taranto onlus stanno arrivando ripetute segnalazioni su presunta allerta amianto in diversi reparti dell’ILVA, come, per esempio, nel reparto colata continua (CCO5) e nei pressi della ciminiera di 80 metri di altezza che si sarebbe totalmente frantumata al suolo. Qualche ditta esterna (così ci segnalano) avrebbe iniziato una bonifica, probabilmente impossibile, per la straordinaria diffusione delle polveri nel raggio di centinaia di metri e per l’assoluta sottigliezza delle fibre di amianto.
Non ci risulta, tuttavia, che siano stati presi adeguati provvedimenti dopo la caduta del camino di 80 metri, presumibilmente coibentato da tonnellate di amianto, né tantomeno che siano state fatte verifiche sulla stabilità delle decine di ciminiere che svettano in cielo e che potrebbero aver subìto seri danni, tanto da poter essere considerate non stabili o pericolanti, dopo il passaggio del tornado.
All’Arpa Puglia ed alla Procura della Repubblica, si chiede, altresì, di valutare la possibilità di rischi a cui possono andare incontro, sia i lavoratori, sia la popolazione residente, nonché l’efficacia di eventuali kit di protezione dalle fibre di amianto friabile in uso in Ilva. Si richiede, inoltre, che siano messi a collaudo gli impianti eventualmente danneggiati, nonché tutti gli edifici, all’interno dell’area industriale, colpiti dalla tromba d’aria, torri comprese.
Fabio Matacchiera, presidente del Fondo Antidiossina onlus
INFO: http://www.ispesl.it/formaz/opuscoli/NStampaAmianto.pdf