Per quanto riguarda, invece, l’ipotesi di una nazionalizzazione dell’Ilva, Vendola ha detto: ”Bisogna discutere laicamente di questa ipotesi, del resto anche Hollande ha ipotizzato la nazionalizzazione di una grande acciaieria francese. Dal governo mi aspetto una proposta chiara, che non appaia ne’ come un de profundis per una fabbrica che invece va salvata e neppure come uno scaricabarile: per anni come Regione siamo stati lasciati soli a scoperchiare una realtà come l’Ilva che per decenni era stata coperta da omertà anche istituzionali. E oggi ricevere l’accusa di inerzia per me è davvero paradossale”.
Sempre in merito ad una possibile nazionalizzazione dello stabilimento è intervenuto ieri Paolo Ferrero, segretario nazionale di Rifondazione Comunista – FdS: «Per quello che si capisce dalla bozza, il governo si appresta a varare un decreto “Salva Riva”, dove gli unici interessi tutelati sono quelli dei padroni dell’Ilva a scapito della salute e dell’ambiente. In questo modo la meritoria azione della magistratura rischia di essere vanificata. In questa situazione l’unica strada per garantire il lavoro, l’ambiente e la salute è una ristrutturazione profondissima dell’azienda guidata dalla mano pubblica e pagata dagli azionisti che sull’Ilva hanno fatto miliardi di euro di profitti. A tal fine riteniamo che la nazionalizzazione dell’Ilva sia sempre più necessaria ed urgente».
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