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Avviso di garanzia e intercettazioni sul caso Ilva, Stefàno si difende

TARANTO – Il nome del sindaco Stefàno è finito nella lista degli indagati sulle questioni legate all’Ilva. Nei suoi confronti la Procura ha ipotizzato il reato di omissione in atti d’ufficio a seguito di un esposto presentato dal consigliere comunale di opposizione Aldo Condemi. Il primo cittadino era stato denunciato per non aver messo in atto tutti gli interventi di sua competenza a tutela della salute pubblica e per mancata costituzione di parte civile nel processo terminato con la condanna dei vertici di Ilva.

Nel pomeriggio, Stefàno ha diffuso una nota stampa che si sofferma sul contenuto di alcune intercettazioni telefoniche presenti nell’ordinanza emessa ieri dal gip Patrizia Todisco (su altre vicende giudiziarie trattate nel nostro sito) dalle quali emergerebbe un atteggiamento piuttosto accondiscendente da parte del sindaco nei confronti dell’azienda.

«Voglio solo ricordare che l’unico vero atto di denuncia contro Ilva nei cinquant’anni della sua permanenza sul territorio tarantino porta la mia firma – si legge nel comunicato – il mio esposto indirizzato alla Procura della Repubblica di Taranto è datato 24 maggio del 2010 e, quindi, in tempi assolutamente non sospetti e certamente antecedenti alle date delle conversazioni telefoniche intercettate. La riservatezza dei contenuti – puntuali e competenti –  dell’esposto,  come è giusto sia, non consente ai più di conoscere fino in fondo la dura presa di posizione del Sindaco di Taranto nei confronti di ILVA e della grande industria a tutela della salute dei tarantini. Sento, quindi, di poter legittimamente rivendicare l’importanza ed il peso che la mia denuncia può aver avuto nel contesto più generale delle azioni svolte dalla magistratura».

Stefàno afferma che il sindaco, in quanto rappresentante della città e dei suoi concittadini, “può e deve dialogare con tutte le componenti del territorio, anche nel caso di divergenze di posizioni se non proprio di conflittualità, ed il suo operato deve essere sempre ispirato a criteri di ponderatezza nelle decisioni che va assumere allo scopo di non perdere di vista la salvaguardia degli interessi generali e collettivi contemperandone, ove possibile, anche le diverse aspettative. Appartiene al mio bagaglio culturale di uomo e di amministratore della cosa pubblica, la ricerca del dialogo e del confronto; posso assicurare che, soprattutto sui grandi temi che riguardano la Città, ho sempre preventivamente cercato la condivisione delle istituzioni, a tutti i livelli, sui percorsi che mi accingevo ad assumere, facendo tesoro dei preziosi suggerimenti”.

Conclude Stefàno: «Il sindaco, come la Giunta Comunale ed il Consiglio Comunale, si esprimono attraverso gli atti e i miei, nei confronti dell’Ilva, sono puntuali e trasparenti e parlano di me come portatore degli interessi della città. In questo senso sono una tangibile dimostrazione le diverse le ordinanze sindacali emesse e non solo queste, visto e considerato che grazie alla mia personale perseveranza l’Ilva di Taranto è stata indotta a corrispondere al Comune di Taranto  l’imposta Ici nella corretta misura e la medesima imposta per le aree fabbricabili in precedenza mai pagata».

COSA SI LEGGE NELL’ORDINANZA – “A proposito dei rapporti intrattenuti dal sindaco Ezio Stefàno con il management dell’Ilva e della richiamata ordinanza n. 39 da lui emessa il 7.06. 2010 a seguito di quanto accertato dall’Arpa Puglia sulle emissioni di benzoapirene, sembra necessario evidenziare alcune conversazioni (…) del 10 e 23 giugno 2010, le quali – unitamente a quelle relative al referendum sull’Ilva promosso dall’associazione Taranto Futura e alla disponibilità manifestata dallo Stefàno all’Archinà ad accogliere la richiesta dell’azienda di procrastinare il più possibile la data di svolgimento del referendum, testimoniano del fatto che, lungi dall’intervenire nelle vicende che riguardavano le emissioni tossiche del siderurgico con la fermezza ed incisività che le esigenze di tutela della salute pubblica imponevano, il sindaco di Taranto appariva incline ad assumere posizioni ed iniziative piuttosto accondiscendenti e solidali nei riguardi dell’Ilva”.

Alessandra Congedo

 

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