Questa importante pagina di storia non l’hanno scritta ne’ i politici che ci hanno governato, ne’ gli industriali che ci hanno inquinato, ma coloro che hanno sostenuto con onesta’, coraggio e determinazione una dura battaglia per l’affermazione della legalita’ e del diritto alla salute garantito dalla nostra Costituzione. La storia di tante citta’ europee riconvertite con successo dall’industria siderurgica allo sviluppo sostenibile ci fa ritenere che anche a Taranto sara’ possibile un futuro virtuoso, dove la ricchezza della nostra bella terra possa diventare lavoro per tutti e non solo profitto per pochi.
Ora abbiamo davanti una occasione storica da non farci sfuggire, una pagina bianca da scrivere con fiducia, dove la nostra comunita’ cittadina potra’ finalmente tracciare in piena liberta’ la propria Storia, scommettendo sul patrimonio di competenze, dignita’ e coraggio di cui i tarantini hanno dato ampia prova nell’eta dell’acciaio che finalmente e’ giunta alla sua inevitabile conclusione. Al termine di questo percorso chiediamo una seria assunzione di responsabilita’ da parte delle istituzioni e del governo nel sostenere il processo di bonifica necessario per restituire quei territori alla loro vocazione agricola, turistica, commerciale e culturale. I principi che ci guidano sono molto chiari: chi inquina paga, il lavoro e la salute sono diritti costituzionali che lo Stato deve impegnarsi a garantire.
Chiediamo che i lavoratori dello stabilimento siano immediatamente riassorbiti dallo Stato per i progetti di bonifica del territorio. Occorre trasformare Taranto in un centro di eccellenza della riconversione Industriale. Chiediamo che siano destinati alla tutela del reddito dei dipendenti e alla bonifica dell’area siderurgica, gli immensi profitti accumulati dal Gruppo Riva. La societa’ civile tarantina metta gratuitamente a disposizione le competenze per contribuire a tracciare, in un percorso aperto e partecipativo, quello che sara’ lo sviluppo del territorio tarantino. Da oggi il futuro ci e’ stato restituito, e quello che accadra’ dipendera’ solo da noi.
Primi firmatari dell’appello
L’appello puo’ essere firmato anche su www.firmiamo.it e su www.tarantosociale.org
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