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Cementir, ok dalla Regione

TARANTO – Nella seduta di martedì, la Giunta regionale ha approvato la proposta di progetto definitivo per la realizzazione del progetto industriale “da realizzarsi negli anni 2012-2014 presentato da Cementir Italia S.p.A. (ex Cementir Italia S.r.l) per un importo complessivo ammissibile richiesto alle agevolazioni di 140.558.780,00 euro, comportante un onere a carico della finanza pubblica di 19.031.512,30 euro e con la previsione di realizzare nell’esercizio a regime un incremento occupazionale non inferiore a 14 unità lavorative (ULA)”. Dunque, come ampiamente anticipato da queste colonne nello scorso gennaio, la Cementir Italia S.p.A. di proprietà della famiglia Caltagirone, usufruirà del finanziamento pubblico a fondo perduto garantito dal Fondo europeo per lo sviluppo regionale nell’ambito del programma operativo 2007-2013 (PO FESR 2007-2013), che ammonta a 19.031.512,30 euro.

Risorse che come confermò lo stesso Caltagirone il 18 aprile 2011, saranno destinate all’“ampliamento degli impianti produttivi esistenti ed il recupero di efficienza e competitività dello stabilimento produttivo di Taranto”: che in termini squisitamente economici, almeno secondo i calcoli dell’azienda quotata in Borsa, comporterà una spesa di 145.030.000 euro, la maggior parte dei quali (oltre 100 milioni di euro, pari al 69% del budget totale) destinati all’acquisto di attrezzatura, macchine, e impianti. Nella cifra totale, non va inoltre dimenticata la presenza del finanziamento ottenuto dalla Banca Europea per gli Investimenti (BEI), ammontante a circa 90 milioni di euro. I lavori per il rewamping della Cementir, che prenderà il nome di “Nuova Taranto”, prevede la dismissione di parte dell’impiantistica del cementificio esistente ed in esercizio dagli anni ’60, e l’integrazione delle nuove linee con i servizi ausiliari e alcuni impianti oggi in uso, consiste nella integrale sostituzione della linea clinker (costituita da mulino del crudo, forno, recuperatore termico, precalcinatore, griglia di raffreddamento del clinker, e deposito del clinker) e nella sostanziale riqualificazione della linea cemento.

Il 13 settembre 2011, il progetto superò la Valutazione d’Impatto Ambientale con la Determina Dirigenziale n°105 del 13.09.2011 della Provincia di Taranto 9° Settore Ecologia e Ambiente. VIA che ha anche dato l’ok per la realizzazione di una variante urbanistica di comodo (ovviamente per la Cementir, non per la città) che, come abbiamo sottolineato decine di volte, creerà non pochi problemi nel momento in cui partiranno i lavori per una serie di progetti riguardanti lo sviluppo del porto, la retroportualità, la logistica, i collegamenti intermodali (marittimi, ferroviari, autostradali, aeroportuali), di agricoltura e turismo, che geograficamente dovrebbero avere il loro snodo cruciale proprio nell’area occupata dalla vecchia Cementir e da quella che verrà. E’ inoltre bene ricordare come la “Nuova Taranto” sarà dotata anche di in un co-inceneritore, dove verrà smaltito parte del combustibile da rifiuti (Cdr, meglio conosciuto sotto il nome di “eco balle”) prodotto nel territorio della Regione Puglia, che andrà ad incrementare con nuovi inquinanti (come ad es. polveri sottili, CO2, etc.) le emissioni dell’azienda. Durante lo svolgimento della seduta della Commissione Ambiente del comune di Taranto del 30 settembre 2011, l’ing. Mauro Ranalli della Cementir dichiarò che il nuovo inceneritore “sarà un’opportunità in più per il territorio”. Il piano industriale della Cementir prevede anche che con il nuovo stabilimento resteranno inalterati i livelli di produzione annua (stimato in 600.000 tonnellate), con l’auspicio di toccare quota 1.250.000 tonnellate quando la crisi economica mondiale terminerà.

Inoltre la Cementir, che tra l’ottobre del 2008 e il settembre del 2009 ha occupato in media a Taranto 122,8 persone, darà lavoro a 128 unità nel 2013, quando il nuovo impianto dovrebbe entrare a regime, come dichiarò lo stesso Caltagirone nello scorso aprile (“Taranto per Cementir rimane sicuramente il programma principale di investimento nel cemento per il prossimo biennio e a oggi non ci sono particolari ritardi. La messa in esercizio dell’impianto nuovo rimane stimata per la prima metà del 2013”). In cambio la città di Taranto, almeno stando alle compensazioni promesse oltre un anno fa ed accettate dal Comune di Taranto, avrà tra le 5 e le 20 unità lavorative in più, un cementificio ed un inceneritore nuovi di zecca, la piantumazione di un centinaio di alberi nella zona industriale (perché in città ne abbiamo sin troppi) e il rifacimento della pista di atletica del centro sportivo Campo Scuola nel quartiere Salinella di Taranto.

Il progetto della nuova Cementir, che ha ottenuto per tempo l’ok da parte di Comune, Provincia e Regione (come avvenuto per il progetto “Tempa Rossa” dell’Eni), è stato sostenuto con forza anche dai sindacati e da Confindustria, che hanno spacciato tale investimento come qualcosa di fondamentale per il futuro economico della nostra città. Hanno paventato posti di lavoro in più, sviluppo economico ed altre amenità simili: invece, come sempre, la verità è da tutt’altra parte. E proprio una settimana fa, la Cementir ha reso noto che nei primi 9 mesi del 2012 l’utile netto della società si attesta a 16,7 milioni rispetto ai 6,6 milioni dello stesso periodo dello scorso anno. I ricavi sono ammontati a 730 milioni con una progressione del 4,9%. E noi ci accontentiamo di quattro alberelli e di una pista di atletica. L’unica speranza è che se l’Ilva cessa la produzione, a catena termina anche quella della Cementir, che lavora il cemento con la loppa, materiale di scarto prodotto dal siderurgico, che arriva nell’azienda di Caltagirone attraverso un nastro trasportatore. Del resto, alla provvidenza non bisogna mai mettere limiti.

Gianmario Leone (TarantoOggi del 15-11-2012)

 

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