In particolare, nel corso di monitoraggi scientifici riguardanti la migrazione autunnale dell’avifauna svoltisi nell’arcipelago dal 19 al 23 ottobre, una delegazione di esperti del WWF ha potuto constatare come sull’Isola di San Domino venga esercitata illecitamente l’attività di caccia in maniera continuativa ed alla luce del sole, nel disinteresse generale, in spregio al divieto generale di caccia vigente sin dall’istituzione del Parco. Considerata la ridotta superficie dell’isola, gli spari possono essere uditi da ogni sua località e finanche dalla vicina Isola di San Nicola. Secondo quanto constatato, essi sono risultati provenire principalmente dalla parte più alta dell’Isola, quella del Colle dell’Eremita, nonché dalla zona sud-occidentale, quella prossima al Faro. A testimonianza della diffusione e continuità del fenomeno, in alcune ore della giornata, principalmente quelle del primo mattino e del tramonto, è stato possibile udire spari provenienti anche da tre aree differenti dell’isola. In alcune occasioni si è anche avuto modo di intravedere i bracconieri intenti a spostarsi a piedi lungo la rete sentieristica dell’isola.
I volontari del WWF hanno prontamente chiamato il 1515 del Corpo Forestale dello Stato (alle ore 14.40 del 19-10-2012) segnalando il fenomeno che, però, si è protratto per tutto il periodo del monitoraggio. Si rimarca infine come tali episodi criminali, oltre a costituire illeciti perseguibili penalmente (L. 157/92, L.R. 27/98, Legge Quadro 394/91), rappresentano anche una seria minaccia per gli abitanti e i turisti che, ignari del pericolo, percorrono i sentieri dell’isola.
Secondo il presidente del WWF Puglia Leonardo Lorusso “Con questo esposto il WWF Puglia ha evidenziato l’estrema gravità degli episodi denunciati. Ricordiamo che a settembre, nella sentenza che accoglieva il nostro ricorso che ha bloccato la preapertura della caccia in Puglia, la Magistratura aveva rilevato la situazione di difficoltà della fauna per gli eventi siccitosi dell’estate appena trascorsa che hanno depauperato gli habitat. L’attività sistematica di bracconaggio sulle Tremiti – conclude Lorusso – aggrava ulteriormente questa situazione ed è auspicabile non solo un intervento immediato degli Organi di Controllo, ma anche una drastica presa di posizione delle Associazioni Venatorie contro la pratica barbara ed illegale del bracconaggio”. “È difficile poter immaginare un’area protetta dove si possa sparare impunemente – ha aggiunto Mauro Sasso, vicepresidente del WWF Puglia, referente per la Biodiversità. Gli episodi di abusivismo edilizio e di cementificazione costiera denunciati quest’estate dal Numero Verde, unitamente alla minaccia delle trivellazioni per la ricerca del petrolio ci rivelano quanto sia reale ed imminente il pericolo di estinzione dello splendido ecosistema delle Tremiti”.
Comunicato stampa del Wwf Puglia
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