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Ilva, Fiom-Cgil: «Lo studio Sentieri è un pesante atto d’accusa»

Lo studio “Sentieri” presentato l’altro ieri a Taranto dal ministro per la Salute conferma, in tutta la sua gravità, il nesso tra fattori inquinanti da attività industriali, malattie tumorali e decessi nella città di Taranto. L’Ilva ne è la principale fonte e pone la sua proprietà di fronte alle innegabili responsabilità. Se il prezzo da pagare alla giustizia sarà deciso nelle aule giudiziarie, quello sociale e umano l’Ilva lo deve all’intera società tarantina e non solo ad essa.

A fronte della drammaticità di questa situazione e dei rischi per la salute dei  lavoratori e della popolazione, va superata la contraddizione fra gli importanti vincoli e prescrizioni che la nuova Aia contiene rispetto a quella del 2011 e i  tempi di realizzazione degli interventi di risanamento ambientale che consideriamo lunghi e incompatibili con una vera tutela della salute.

La Fiom Cgil ritiene che il ministero per l’Ambiente e il ministero per la Salute debbano  di concerto indicare le azioni concrete da mettere in atto a tutela della salute dei cittadini e dei lavoratori in termini di Valutazione del  Danno Sanitario che il Riesame dell’Aia farebbe bene a recepire prima della sua traduzione in decreto legge. Se così non fosse, la stessa Aia perderebbe di credibilità e diventerebbe colpevole la distonia fra quel che dicono e quel che fanno due Ministri dello stesso Governo.

Il Governo Monti, peraltro, continua a blaterare sul destino della siderurgia senza promuovere politiche industriali degne di questo nome. La Fiom Cgil è più che mai convinta della giustezza della piattaforma sindacale presentata all’Ilva  e sollecita la convocazione del tavolo negoziale che riteniamo abbia il compito di anticipare i tempi del Risanamento Ambientale dello stabilimento per porre fine all’inquinamento e rilanciare il sito di Taranto, facendo della sua ambientalizzazione una occasione di innovazione tecnologica che lo renda davvero competitivo.

E’ possibile programmare le azioni di risanamento degli impianti con una tempistica immediata che salvaguardi tutti i posti di lavoro. Spetta all’Ilva farlo. Ora che l’Aia è in dirittura d’arrivo non ci sono più alibi per l’azienda, se le parole del suo Presidente che “all’Aia ci atterremo” saranno confermate dai fatti. Colpisce, in questi giorni, il silenzio dell’azienda. Quali sono le scelte di Riva sugli investimenti per Taranto? La risposta non è più rinviabile. La reclamano i lavoratori e la popolazione. Ed è ai lavoratori e alla città che la Fiom Cgil si rivolge, poiché se dovesse permanere la latitanza dell’Ilva occorrerà promuovere la necessaria mobilitazione.

SEGRETERIA E RSU FIOM-CGIL ILVA TARANTO

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