Nello specifico, il rapporto segnala tra gli uomini un eccesso del 50% per il tumore maligno del polmone, 100% per il mesotelioma e tumori maligni del rene, 30% per il tumore alla vescica e per i tumori della testa e del collo, 40% per il tumore maligno del fegato, 60% per il linfoma non Hodgkin, più 20% per il tumore maligno del colon-retto e per il tumore della prostata, 90% per il melanoma cutaneo; e ancora 14% per le malattie circolatorie, 17% per quelle respiratorie, 33% per i tumori polmonari, 419% per i mesoteliomi pleurici. Per le donne invece l’eccesso è del 14% per le malattie circolatorie, del 30% per i tumori polmonari, del 75% per i tumori al fegato, del 211% per il mesotelioma pleurico.
Il segno più, che in questo caso rappresenta la sconfitta di uno Stato incapace di tutelare i più deboli, è impietoso anche in età pediatrica: a Taranto, entro il primo anno di vita, muore il 20% di bambini in più rispetto al resto della Puglia. Una percentuale che tocca la punta del 40% se consideriamo la fase prenatale. In pochi rimangono sorpresi dai dati. Tra questi c’è il ministro Balduzzi che spiega: “Questi dati tendono a non scendere. Tuttavia abbiamo chiesto al ministro dell’Ambiente una svolta e l’abbiamo ottenuta con l’Aia, dal momento che tutte le nostre proposte sono state accolte”.
La correlazione tra l’inquinamento ambientale prodotto dall’Ilva e l’insorgenza delle patologie è chiaro. “L’analisi degli studi dei dati precedenti e anche la stessa letteratura scientifica sugli agenti inquinanti presenti nell’aria determina una forte suggestione che ci porta ad evidenziare nella componente ambientale la causa principale di questi eccessi di mortalità che interessano sia gli uomini che le donne”, spiega la professoressa Musmeci. Dall’esposizione all’inquinamento nessuno rimane indenne perché se le aree più a ridosso dell’Ilva sono maggiormente esposte al benzoapirene e agli idrocarburi policiclici aromatici, le aree più distanti, nel raggio di 15 kilometri, devono temere gli effetti della diossina (Fabiana Di Cuia)
L’APPELLO DI MERICO – «Noi abbiamo visto un bambino col tumore al terzo giorno di vita, qui c’è un danno genotossico che colpisce due generazioni. Bisognerebbe fare un monitoraggio anche sulle donne in gravidanza. Vi chiedo di darci una mano perché Taranto ha veramente bisogno di aiuto». E’ l’appello rivolto da Giuseppe Merico, primario di Pediatria dell’ospedale Santissima Annunziata, agli esperti che hanno preso parte alla conferenza stampa.
Nella foto il sit-in di protesta organizzato davanti all’ospedale Santissima Annunziata da un gruppo di cittadini
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