TARANTO – Un’attesa carica di perplessità. Alla vigilia della Conferenza dei Servizi che dovrebbe dare il via libera al riesame dell’Autorizzazione integrata ambientale all’Ilva,
Peacelink ha messo a punto un documento contenente diverse criticità. Su queste si è soffermato ieri pomeriggio
Alessandro Marescotti in una conferenza stampa tenuta presso la libreria Gilgamesh. «Nel parere istruttorio conclusivo non abbiamo trovato una sola tabella tra quelle elaborate dai periti chimici incaricati dal gip Patrizia Todisco – ha esordito – non c’è alcuna traccia di quei dati che andavano trattati con opportuni raffronti e conseguenti soluzioni. Non c’è stato un lavoro di ricalco rispetto a quanto evidenziato dalla Magistratura ».
TEMPI TROPPO STRETTI – «Cinque giorni sono insufficienti per esaminare in maniera approfondita questo documento – ha proseguito Marescotti – per tale motivo chiediamo un rinvio del momento decisionale. Il Comune di Statte ha chiesto una proroga. Il sindaco ci ha detto che la comunicazione è stata fatta. Speriamo che domani (oggi per chi legge, ndr) sia coerente con quanto deciso dall’Amministrazione comunale». A portare avanti questa richiesta è stato il vice sindaco Francesco Tagliente. «Pur avendo letto e riletto la bozza – ha evidenziato Marescotti – io non mi sento sufficientemente preparato. Non si tratta di leggere solo 140 pagine, ma anche tutti i documenti a cui rimanda: dall’ordinanza del gip Todisco all’Aia rilasciata un anno fa, per un totale di migliaia di pagine. Ai sindaci di Taranto e Statte faccio una domanda: loro hanno letto tutto? Si sentono adeguatamente preparati?».
LE RESPONSABILITA’ POLITICHE – «Non si tratta di atti con un valore puramente tecnico – ha proseguito l’ambientalista – i sindaci hanno competenze di tipo sanitario. Esprimendo un parere favorevole al documento si assumono una seria responsabilità: consentire il funzionamento di impianti che hanno emesso sostanze inquinanti tali da essere nocivi per la salute umana». In base all’art. 5, comma 11, del Dlgs. 59/2005, il sindaco può presentare prescrizioni per la tutela della salute». Marescotti ha ricordato che nel 2011, quando è stata rilasciata l’Aia attualmente in fase di revisione, il sindaco Stefàno non aveva presentato alcuna prescrizione in tal senso.
COKERIE TROPPO VICINE AL CENTRO ABITATO – Nelle sue osservazioni Peacelink ha sottolineato che “per una cokeria, anche l’adozione delle migliori tecnologie disponibili non è in grado di assicurare nel raggio di 1700 metri un valore di concentrazione del benzoapirene inferiore a 1 ng/m3”. Questa la risposta ricevuta: “L’efficacia delle BAT non è di competenza della commissione nell’ambito della procedura AIA”. Eppure si tratta di una questione di vitale importanza, se si considerano i risultati di uno studio scientifico internazionale che ha dimostrato la pericolosità delle cokerie in un raggio di 1.700 metri. Un’altra ricerca, in questo caso italiana, coordinata dal prof. Federico Valerio, rileva le criticità prodotte dal benzoapirene in un raggio di 1900 metri. Dal medesimo studio emerge che a Genova, in seguito allo spegnimento della cokeria, il benzo(a)pirene è diminuito fra il 92 e il 97%.
LA MANCANZA DI LIMITI PRESCRITTIVI – Marescotti ha fatto notare che le tabelle allegate alla bozza dell’Aia, relative a pericolosi inquinanti come PM10, pcb, ipa, benzene e metalli pesanti non riportano dei limiti prescrittivi ma solo dei parametri conoscitivi. Fa riflettere inoltre la tempistica relativa alla copertura dei parchi minerali. «Per la realizzazione della copertura vengono indicati tre anni – ha detto Marescotti – per tirare su un grattacielo di trenta piani, in Cina, ci mettono quindici giorni».
PRODUZIONE PERICOLOSA ANCHE SE RIDOTTA – Il presidente di Peacelink ha sostenuto che la riduzione della produzione non garantirebbe un annullamento dei rischi ambientali e sanitari. «Nel 2005 l’Ilva ha prodotto circa 4 milioni di tonnellate (la metà del quantitativo che verrebbe concesso con il riesame dell’Aia), eppure ha superato il limite previsto per il benzoapirene arrivando a 1,31 ng/m3».
DESTINAZIONE PROCURA – La giornata di oggi potrebbe comportare un serio rischio: l’attuale bozza potrebbe anche subire dei peggioramenti. A quel punto cosa farà Peacelink? «Per noi non cambierà nulla – ha risposto Marescotti – in ogni caso ci rivolgeremo alla Procura, non si può autorizzare la produzione per un impianto che è sotto sequestro per disastro ambientale». In merito agli scenari futuri, l’ambientalista non ha dubbi: «L’azienda dovrà fare istanza di dissequestro, ma è la Procura ad avere il coltello dalla parte del manico. Noi continueremo a fare appello all’opinione pubblica per sostenere l’operato della magistratura».
Alessandra Congedo
GLI APPUNTAMENTI DI OGGI A ROMA
Ore 10.30, presso il ministero dell’Ambiente, piano VII, sala Europa, Conferenza dei Servizi – Audizione associazioni.
Ore 15.15, presso la Camera Deputati – sala Stampa (in diretta streaming web dal sito della Camera Deputati) conferenza stampa di Angelo Bonelli con Alessandro Marescotti (PeaceLink) e l’on. Elisabetta Zamparutti