Aia all’Ilva, Clini pronto a firmare. Ora si attende la reazione della Procura
TARANTO – Il grido di allarme lanciato dai cittadini scesi in strada nei giorni scorsi per chiedere una maggiore tutela della salute è rimasto inascoltato. Ancora una volta le istituzioni locali e nazionali hanno deciso di andare avanti per la loro strada. Un percorso che non appare sovrapponibile a quello indicato dalla magistratura. Come previsto, dalla Conferenza dei Servizi è arrivato il via libera tanto auspicato dal ministro dell’Ambiente Corrado Clini, la cui fretta di chiudere la partita dell’Aia all’Ilva è sempre apparsa sospetta. La firma del decreto è attesa in serata o al massimo per domani mattina. A questo punto non resta che attendere la reazione della Procura, che aspettava proprio il varo ufficiale dell’Aia riveduta e corretta per esprimersi.
LA FIDUCIA A TEMPO DI STEFANO – Lascia a dir poco perplessi il commento rilasciato dal sindaco di Taranto Ezio Stefàno: «Ho firmato ma con un vincolo a tre mesi: ciò significa che se entro il 31 gennaio prossimo non toccheremo con mano dei risultati concreti, ritireremo la nostra fiducia. La chiamo fiducia perchè vogliamo dare fiducia al Governo sugli impegni presi».
FERRANTE TEME UNA MINORE COMPETITIVITA‘ – «Per il momento non è ipotizzabile lasciare Taranto». E’ quanto dichiarato da Bruno Ferrante, presidente dell’Ilva, mentre lasciava la sede del ministero dell’Ambiente. Per lui l’Aia “significa minore competitività”. Ed aggiunge: «I nostri competitori europei nei prossimi anni potranno produrre in un regime assolutamente diverso dal nostro». Viene da chiedere al presidente Ferrante: non sarà stata forse l’Ilva a produrre finora a un regime assolutamente diverso dagli altri stabilimenti europei?
LA REAZIONE DI LEGAMJONICI – Per Daniela Spera, coordinatrice di Legamjonici, è “inaccettabile il rilascio dell’Aia ad un’azienda priva dei requisiti minimi per poter produrre senza inquinare”. Sottolinea la Spera: «Numerose prescrizioni inserite si riferiscono ad interventi strutturali sostanziali senza i quali, in qualunque altro Stato europeo, nessun impianto siderurgico a ciclo integrale potrebbe essere autorizzato ad operare. E’ inoltre evidente il ‘gioco dei tempi’ che permette all’Ilva di vivere ancora fino all’agosto del 2017″.
BONELLI (VERDI) CHIEDE INTERVENTO DELLA PROCURA DI ROMA – «E’ un’Aia da respingere – ha sostenuto Angelo Bonelli, presidente dei Verdi, durante un incontro con i giornalisti tenuto nel pomeriggio a Roma, nella sala stampa della Camera dei Deputati – chiediamo alla Procura di Roma di analizzare il comportamento del Governo che ancora non ha reso pubblici i dati aggiornati sulla salute dei cittadini ionici». Chiaro il riferimento alla seconda parte dello studio Sentieri.
Alessandra Congedo