Questo quanto riportato in un comunicato stampa del ministero della Salute diffuso in tarda serata. Dunque, il ministro della Sanità che aveva promesso al sindaco Stefàno di essere a Taranto nella giornata di domani per illustrare i dati della seconda parte dello studio Sentieri riguardante la popolazione di Taranto per gli anni 2003-2008, marcherà visita. Eppure, il 22 agosto scorso, lo stesso Balduzzi affermava come Taranto fosse stata inserita da 12 anni nei siti di interesse nazionale “che sono monitorati. Anzi per Taranto c’è stato un aggiornamento della situazione epidemiologica che sarà presentato a metà settembre ed è in corso un monitoraggio biologico che riguarda gli allevatori del territorio circostante”.
Il 18 settembre però, Balduzzi cambiava misteriosamente idea. A margine della presentazione avvenuta a Roma del progetto “Sentieri” coordinato dall’Istituto Superiore di Sanità, aveva annunciato che i nuovi dati sulla mortalità nel sito di Taranto sarebbero stati resi pubblici il 12 ottobre. “Stiamo attendendo conferme relative a tre profili. La prima è che su un arco di 12 anni c’è una variazione dell’esposizione per alcune patologie. Inoltre stiamo elaborando i risultati di un monitoraggio biologico per valutare una criticità relativa ai prodotti caseari. Infine, saranno presentati i risultati di uno studio nazionale sull’inquinamento dei mitili. Tutti questi dati dovrebbero essere presentati il 12 ottobre”.
Il cambio di rotta, alquanto sospetto, avveniva in contemporanea con lo spostamento della data in cui il ministro dell’Ambiente Corrado Clini aveva fissato la Conferenza dei Servizi sul rilascio dell’AIA all’Ilva di Taranto: dal 15 ottobre si è passati al 17 ottobre. Ieri, dunque, la nuova nota, con la quale si ribadisce che il ministro Balduzzi verrà a Taranto, anche se non si sa precisamente quando. Il che altro non fa che rafforzare la tesi secondo cui il tutto sia stato pensato per non inserire nel procedimento dell’AIA i dati in merito alla situazione sanitaria di Taranto, come peraltro confermato dal ministro Clini giorni addietro. La seconda fase dello studio Sentieri, coordinato dall’Istituto Superiore di Sanità, relativo al periodo 2003-2008 (mancano i dati relativi al 2004 e al 2005) per l’area Taranto e Statte, parlerebbe di dati davvero disarmanti: +10% (rispetto alla media regionale) i decessi per tutte le cause di morte, +12% per tutti i tumori, +24% per i tumori che colpiscono fegato, trachea, bronchi e polmone, + 38% per i linfomi non-Hodgkin, +306% per mesotelisioma, +17% per i tumori del sistema linfo-emopoietico. Ancora più preoccupanti i dati relativi ai bambini: +35% i decessi per tutte le cause di morte per i bambini sotto un anno di età; +71% i decessi per alcune condizioni morbose di origine perinatale.
Questi dati sono stati ricevuti dalla Procura di Taranto lo scorso 8 marzo e sono stati inseriti nella seconda parte dell’incidente probatorio avvenuta lo scorso 30 marzo, quando fu presentata la relazione peritale degli esperti epidemiologi, che certificarono come le emissioni dell’Ilva di Taranto procurassero nella popolazione di Taranto eventi di “malattia e morte”. I dati della seconda parte dello studio Sentieri, peggiorerebbero, peraltro, quelli relativi al periodo 1995-2002: l’eccesso della mortalità per tutte le cause sarebbe passato tra gli uomini dal +9% al più 13%, tra le donne dal +7% al +8%.
Anche per la mortalità dovuta a tumori permane un eccesso che risulterebbe più contenuto tra gli uomini (dal +15% al +13%) e in aumento tra le donne (dal +13% al +15%). La verità, forse, è in una dichiarazione di uno dei principali autori del progetto, un ricercatore dell’ISS, che ieri al sito “metro news” ha confermato che “i dati sono pronti e richiedono azioni immediate di messa in sicurezza della popolazione. Ma un’azione del genere aprirebbe forse un buco di bilancio nel Paese”. Taranto ha bisogno di verità e giustizia. E non di questi puerili giochi di potere da parte del governo e delle istituzioni. La speranza è che presto anche questa farsa, che riguarda da vicino il dolore di migliaia di persone che merita un rispetto assoluto, giunga quanto prima alla sua conclusione.
G. Leone (TarantoOggi dell’11 ottobre 2012)
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