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Centro Salute e Ambiente, le perplessità di Mazza

Riceviamo e pubblichiamo un intervento del consigliere regionale dell’Idv Patrizio Mazza.

“In III Commissione sanità si è parlato del progetto riguardante il “Centro Salute ed Ambiente”, che ha visto il reperimento di 8 milioni di euro dalle risorse eccedenti l’assestamento di bilancio 2012 e che dovrebbe interessare in cogestione l’ARPA e la ASL di Taranto.
Il sottoscritto ha sempre detto che non ci può essere eco-compatibilità ambientale con un complesso industriale come quello dell’ILVA, ragione per cui non c’è neanche necessità d’istituire un servizio per monitorare l’inquinamento massivo dell’ILVA, perché volendo parlare di una seria e coerente prevenzione sanitaria, di una vera difesa del diritto alla salute, nonchè di una tutela ambientale di Taranto e provincia, l’ILVA non dovrebbe semplicemente continuare ad esistere e solo non insistendo sul territorio non inquinerebbe più. Quindi ritengo che gli 8 milioni dovrebbero servire ad instituire un Organismo di studio e ricerca e progettazione di alternative economiche all’ILVA.
È giusto che alcune risorse servano per la questione sanitaria, come per il registro tumori e per le mappe epidemiologiche, al fine di avere un vero riscontro della salute dei cittadini e degli operai, ottenendo dati reali, e quindi un lavoro ottimizzato e velocizzato essendo già in itinere ma ripeto che piuttosto che istituire un nuovo Ente per definire i livelli espositivi agli inquinanti, per stimare i profili emissivi degli impianti e così via, bisognerebbe fare piena luce riguardo quello che si vuole fare circa i grossi complessi industriali esistenti a Taranto, che avranno una loro utilità sul piano lavoro ma sicuramente non sul piano della salute e mano che mai sullo sviluppo sostenibile dove invece incidono provocando seri ed irreparabili danni; pertanto che cosa dobbiamo monitorare ancora che non si conosca?
Oggi ho ravvisato tante contraddizioni estrinsecate dai vari consiglieri che si sono espressi al riguardo, sia quando Palese ha definito il progetto: “un primo paletto tra tanti”, e al quale ho risposto che solo l’Organismo di ricerca e ideazione alternative alle industrie inquinanti sarebbe un “paletto risolutivo e di reale beneficio per la popolazione e per gli operai”. Reputo inconcepibile costituire un Centro atto esclusivamente a monitorare le emissioni tossiche, pensando assurdamente che si possa ridurre l’inquinamento tenendo l’ILVA indisturbata sull’area ionica. Se si vuole spacciare favole per verità io a questo gioco non ci sto e chi parla di ambientalizzazione o monitoraggio salvifico ha semplicemente in animo di mantenere l’assetto economico delle industrie inquinanti inalterato e non ha a cuore la reale riduzione delle malattie.
Discutibili le affermazioni di Losapppio che dice di voler creare una struttura, appunto il Centro Salute ed Ambiente, presso l’ospedale Testa, ove insiste il polo industriale “blindato da polveri ed inquinanti”, e perché non dare la stessa garanzia agli abitanti dei Tamburi come agli operai? E mi chiedo come dovrebbe blindarla una struttura del genere? Specie alla luce del fatto, ormai acclarato, ed è solo un esempio tra tanti che si possono fare, che l’ILVA non vuole procedere minimamente alla semplice copertura dei parchi minerari, quindi di quale blindatura per “alcuni eletti” vogliamo parlare?
Per finire, dulcis in fundo, c’è il nostro Curto che riferisce che Taranto non è concepibile senza l’ILVA, e vuole imporre in modo quasi autoritario la vocazione ad essere massivamente inquinata ad una città che non lo contempla neanche tra i suoi residenti. Curto sotto questo aspetto per me è un dogma, specie quando ribadisce che Taranto avendo questa peculiarità ineludibile dovrebbe sfruttarla al massimo aggiungendoci altra economia venefica.
Sinceramente il tenore delle dichiarazioni mi ha depresso e sconfortato al punto che ho preferito abbandonare l’aula per non contribuire ai continui alterchi. A parte le contraddizioni, a parte il deserto di idee “risolutive” della questione Taranto, quello che veramente mi sdegna è pensare che nessuno sappia cosa è emerso dalle pagine della maxi-inchiesta in cui ILVA è imputata per disastro ambientale e sanitario, perché questo voglio immaginare e non altro. Riscontro una reiterata assenza di volontà da parte di chiunque della Giunta come del Consiglio a mettersi attorno ad un tavolo per elaborare progetti, economie e sviluppo alternativo che freni in modo efficace e definitivo l’inquinamento perenne dell’ILVA su Taranto e la sua provincia”.
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