E così avviene che a poche ore di distanza, la responsabile controllo spesa farmaceutica della ASL di Taranto, Rossella Moscogiuri, che nel corso del congresso della Federazione italiana medici di medicina generale (Fimmg) a Villasimius, ha reso noto alcuni dati relativi al primo semestre del 2012, “nel quale si è registrato un drastico aumento di ricoveri per patologie tumorali su tutto il territorio della Asl di Taranto, pari a un +50% rispetto al primo semestre del 2011”, viene smentita pubblicamente dall’assessore alle Politiche della Salute della Regione Puglia Ettore Attolini al termine della conferenza stampa in cui viene ufficializzata la futura nascita del centro “Ambiente e Salute”, che troverà la sua sede nell’ex ospedale “Testa”, ubicato in una zona non proprio “adatta”, visto che a pochi metri dalla struttura si ergono gli enormi serbatoi dell’Eni.
La smentita è netta e senz’appello, tanto più che viene pronunciata da un assessore regionale con accanto un glaciale Scattaglia, direttore generale della ASL di Taranto. “I dati sulle malattie vanno valutati con molta cura e comunicati solo quando sono certi e poi vanno spiegati”: la frase dell’assessore Attolini non fa una piega. Ora la dottoressa Moscogiuri rischia un procedimento disciplinare, visto che la direzione generale dell’ASL ionica ha reso noto di aver aperto un procedimento per stabilire se ci siano gli elementi per sottoporla a procedimento disciplinare per “procurato allarme sociale”. A Taranto, dunque, accade anche questo. Drammatico, ed al tempo stesso paradossale, che ciò accada in un momento storico come questo. “I dati – ha spiegato ieri l’assessore regionale – si riferiscono ai ricoveri del solo reparto oncologico”.
Quelli reali, che si riferiscono al primo trimestre (e non al primo semestre come ha invece dichiarato la Moscogiuri) parlano di un incremento dei ricoveri nei reparti di oncologia del 10%, non del 50 quindi, dai 148 del 2011 ai 166 del 2012. Mentre nei primi tre mesi dell’anno scorso i pazienti per il 93% provenivano da Taranto e provincia, nei primi tre mesi del 2012 la percentuale di tarantini è del 74%. Dunque il 26-28% proviene da altre province o da altre regioni. Del resto, proprio ieri avevamo sottolineato come fosse quanto meno singolare che informazioni così delicate venissero rivelate lontano da Taranto.
Non può essere accettabile che un componente della ASL di Taranto non informi prima la città, preferendo sparare questi dati in un congresso di medicina in Sardegna, creando inevitabilmente l’ennesimo “caso Taranto” a livello nazionale. Per non parlare del fatto che diffondere dati così sensibili senza l’ausilio di studi e tabelle che certifichino quanto dichiarato, è un errore davvero imperdonabile. Così come, l’esempio è stato ripreso anche ieri dall’assessore Attolini, è chiaro anche a chi non è esperto del campo che il dato sui ricoveri per patologie tumorali, non può essere una fotografia reale scientificamente inoppugnabile.Basta che una stessa persona si ricoveri più di una volta, per sfalsare tale percentuale. In attesa di conoscere i dati del registro tumori per il triennio 2006-2007-2008, rinnoviamo l’invito esteso a tutte le parti in gioco: rispettiamo il lavoro di tutti, attendendo le tante verità che ancora devono venire a galla sulla questione ambientale e sanitaria di Taranto, in religioso silenzio.
Gianmario Leone (dal TarantoOggi del 5 ottobre 2012)
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