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Ilva, Cisl e Fim: «Aia può costituire punto di sintesi»

Riceviamo  e pubblichiamo un documento-appello inviato da Cisl e Fim.

Le prossime due settimane, a Taranto, saranno caratterizzate dal clima di attesa per i contenuti della nuova Autorizzazione integrata ambientale (A.i.a.) per lo stabilimento dell’Ilva. Essa è stata definita tecnicamente lo scorso 30 settembre, proseguirà il suo iter con il secondo parere di un “Gruppo istruttore” il 9 ottobre, mentre la conferenza dei servizi per la conclusione del procedimento, partecipata anche da Regione Puglia ed Enti Locali, si terrà entro il 16 ottobre come preannunciato dal ministro dell’Ambiente Corrado Clini.

Ciascuno nutre  aspettative diverse. Chi come la Cisl e la Fim Cisl pensano che la compatibilità tra occupazione, salute e salvaguardia ambientale siano possibili, al pari di quanto altrove nel mondo è stato realizzato, chi si aspetta che l’ia stabilisca la chiusura definitiva dello stabilimento siderurgico. E chi immagina uno scenario di assistenzialismo diffuso.

E’ stato asserito più volte come siano due i diritti costituzionali da difendere a Taranto: la salute e il lavoro. In  un Paese civile come è il nostro non dovrebbe accadere, tuttavia, che siano messi in atto gesti estremi (protesta sul camino E 312, sull’Afo 5, in analogia con quanto avvenuto all’Alcoa, in Sardegna) per difendere tali diritti. Tanto più se questi atteggiamenti di esasperazione avvengono in luoghi di lavoro che evocano l’Inferno dantesco.

Di contro, però, quanti tra quelli che oggi parlano diffusamente di Altiforni ne hanno visto davvero uno da vicino? E di Batterie? E dell’intero stabilimento siderurgico? I lavoratori dell’Ilva vogliono difendere, nonostante tutto, la loro occupazione, il loro reddito, la loro salute, la loro dignità di individui che si realizzano come persone e cittadini attraverso il lavoro. E difendere il futuro delle loro famiglie, in particolare dei propri figli.

Quell’”inferno” è un crogiolo di cuori e di cervelli, di paure e di speranze, di dedizione e di professionalità, di riscatto sociale e di una profonda dignità che nessuno può permettersi di disconoscere o di irridere. Quanti ricoprono ruoli sociali a vario titolo e ad ogni livello di responsabilità – compresi noi della Cisl e della Fim Cisl – come riscontriamo quelle attese?

E’ un fatto che, negli ultimi tempi, prima ancora che le nostre idee e le nostre proposte risultino enfatizzate le frammentarietà, le posizioni surrettizie, la scarsissima propensione all’ascolto delle opinioni altrui specie se diverse dalle proprie, nella peggiore logica del “tutti contro tutti”. La Cisl e la Fim Cisl ribadiscono il loro appello, a fare fronte comune, a tutti i soggetti attivi del territorio: le Istituzioni, la politica, le Organizzazioni sindacali, l’Associazionismo laico e religioso, la Chiesa, il mondo scientifico, l’Università, il mondo imprenditoriale. Si trovi il modo di poter raggiungere l’obiettivo dell’occupazione stabile e sicura, la eco compatibilità degli impianti in questione nel pieno rispetto delle leggi e, in definitiva, la compiuta e contestuale esigibilità dei diritti costituzionali del lavoro e della salute.

L’Aia può costituire il punto di sintesi di un lavoro che ha visto coinvolti a vario titolo più soggetti: la Magistratura (con le prescrizioni del Gip), il Governo (con il Decreto per Taranto e la stessa A.i.a.), le istituzioni locali, il mondo scientifico, le associazioni, i Sindacati. Essa sarà la cornice entro cui operare con prescrizioni che consentiranno al ciclo produttivo di rispettare l’ambiente e la salute delle persone dentro e fuori la fabbrica e all’Azienda di proseguire nell’opera già avviata di ambientalizzazione degli impianti.

La Cisl e la Fim Cisl giudicano rischiose e fuorvianti le dichiarazioni diffuse sui mezzi d’informazione, secondo cui l’Aia – non ancora ufficializzata, né condivisa dai soggetti istituzionali, né varata ufficialmente dal Ministero a nome del Governo –  già presenterebbe elementi di criticità. Detto ciò, è del tutto evidente che l’individuazione di un soggetto super partes, cui non dovrebbero difettare competenze tecnico-scientifiche, sarebbe auspicabile per prevenire e dirimere ogni possibile contenzioso tra i vari soggetti in campo: Magistratura, Governo, Ilva, Enti Locali, Arpa Puglia. I lavoratori, le loro famiglie, la cittadinanza ma anche l’economia territoriale, regionale e nazionale, per l’incidenza che la produzione siderurgica di Taranto possiede nella determinazione del Pil del Paese, attendono certezze e non già ulteriori rinvii.

La Cisl e la Fim Cisl rilanciano, dunque, il loro appello e le loro parole d’ordine di sempre: corresponsabilità, coesione, scienza, coscienza. E’ un impegno ineludibile che va assunto da tutti, come risposta ai lavoratori ancora in lotta sul camino E 312 e sull’Afo 5, per coloro che non sono più tra di noi, per quanti credono che il siderurgico  dell’Ilva possa continuare ad essere una fabbrica migliore in una Città anch’essa migliore, per i tanti bambini che vogliono legittimamente crescere in una città salubre, per i giovani di questo territorio che decidono di realizzarsi come persone e come lavoratori a Taranto e non altrove.

CISL – FIM CISL

TARANTO

 

 

 

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