Da Ranieri arriva anche una denuncia: «Mi è stato impedito di partecipare ad un incontro con i rappresentanti sindacali. Ho mostrato il tesserino di lavoratore Ilva ma i vigilanti mi hanno bloccato. Mi è stato negato il diritto ad un contraddittorio su questioni che riguardano anche il mio futuro. Avrei detto chiaramente quello che penso: non ha alcun senso bloccare la città o fare altre manifestazioni eclatanti. Perché danneggiare i tarantini per colpe di altri?».
Per Ranieri non ci sono dubbi: «I responsabili di questa situazione sono Riva e lo Stato. Sono loro che ci devono dare delle risposte – continua Ranieri – l’Amministrazione Comunale non va neanche nominata. In questi giorni, si sarebbe dovuta tenere una seduta del Consiglio. Sarebbe stata l’occasione giusta per dire che la città è stanca di subire da decenni un disastro ambientale e sanitario, ma il sindaco Stefàno ha preferito rimandare».
La preoccupazione di Ranieri, ora, è che il ministro dell’Ambiente Corrado Clini possa premere per un provvedimento “salva-Ilva”, in grado di dare ossigeno all’azienda ancora per qualche anno, fin quando Riva ne avrà bisogno. «Non hanno fatto i conti con i cittadini però – prosegue il portavoce del comitato – qui ce ne sono tanti pronti a reagire, a non accettare compromessi che antepongono il lavoro alla salute. Basterebbe seguire l’esempio della Germania per produrre acciaio senza causare malattia e morte».
Ed è proprio sulla difesa della salute, ritenuta prioritaria, che si concentra Ranieri: «In quella fabbrica ci lavoro da anni e sono consapevole di tutti i veleni che produce. Come cittadino e lavoratore non voglio essere messo nella condizione di scegliere tra la vita e il posto di lavoro. La magistratura non ha alcuna colpa – continua – ha soltanto fatto il suo dovere chiedendo ad uno stabilimento che inquina di mettersi a norma». L’ultimo affondo è contro Riva: «Sarebbe troppo facile scaricare le responsabilità della chiusura sui giudici. Non potrà andarsene da Taranto senza aver pagato il conto per intero».
Sono giornate intense per il comitato dei “liberi e pensanti” che si accinge ad allargare il suo raggio di azione. Sabato 29 settembre, infatti, parteciperà ad un’assemblea pubblica promossa al Teatro Valle Occupato (Roma) dal titolo emblematico: “Ilva, lavorare per morire? La salute non si contratta”. D’altronde è ciò che ha asserito anche il gip di Taranto Patrizia Todisco argomentando le sue decisioni.
Alessandra Congedo (articolo pubblicato su Il Manifesto)
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