Nicastro “scopre” i dati sull’aria di Taranto ma sbaglia la cifra
TARANTO – Sarà che l’assessore regionale alla Qualità dell’Ambiente Lorenzo Nicastro sta vivendo una seconda giovinezza politica. All’indomani della polemica sull’atteggiamento dell’Ilva, che è accusata dalla Regione di non mantenere fede agli impegni presi al tavolo tecnico per il piano di risanamento dell’aria del quartiere Tamburi, l’assessore Nicastro si “accorge” che qualcosa non va in merito alla salubrità dell’aria del rione tarantino che vive e “respira” a pochi metri dai camini e dai parchi minerali del siderurgico. “Il monitoraggio effettuato dalle centraline Machiavelli, Adige e Talsano gestite da Arpa Puglia restituiscono dei dati che fotografano la situazione della qualità dell’aria di Taranto su benzo(a)pirene e PM 10 che sono stati oggetto del tavolo tecnico”, svoltosi nella giornata di lunedì. Stando alle rilevazione delle centraline, la concentrazione del benzo(a)pirene è passato, nella zona più critica dei Tamburi, dai 2,76 ng/m3 di gennaio ai 0,67 ng/m3 di luglio, con picchi che vanno sotto i 0,20 ng/m3 nei mesi di aprile e giugno. “Il dato medio è inferiore a quello dello scorso anno nello stesso periodo e potrebbe ulteriormente ridursi in funzione dei valori rilevati nei mesi caldi”. Così l’assessore sui dati trasmessi da Arpa Puglia, sui rilevamenti di inquinanti a Taranto.
Peccato che qualcuno dovrebbe avvisare il buon Nicastro che, al di là del fatto che il valore obiettivo sul benzo(a)pirene viene puntualmente superato da tre anni (2009, 2010, 2011) nonostante i buoni propositi che ogni anno in questo periodo vengono lanciati dalle istituzioni e dalla stessa Ilva, il solo dato rilevato nel mese di gennaio è considerato pericolosissimo per le donne in gravidanza che si trovano nel periodo di gestazione a vivere in un ambiente in cui si registra una media di 2,2 ng/m3 di concentrazione di benzo(a)pirene. Questo non lo diciamo noi o qualche associazione, ma è stato confermato nelle “IV giornate della Pediatria” svoltesi a Taranto un paio di settimane fa. Dopo di che l’assessore regionale, quasi a fine settembre, si “accorge” che permane un serissimo ed allarmante problema per quanto concerne le polveri sottili. “Rimane, purtroppo, il tema delle polveri sottili – prosegue Nicastro – che sempre in zona Tamburi hanno superato in 34 casi il valore limite giornaliero di 50ng/m3”. Sbagliato. I giorni di sforamento, per la sola centralina di via Machiavelli, sono 36. Provare per credere. Istruzioni per l’uso (anche e soprattutto per l’assessore Nicastro, i sindacalisti, gli operai e i cittadini tutti): andare sul link www.arpa.puglia.it/web/guest/qariainq, scorrere la pagina sino a quando sulla destra un piccolo box a bandiera vi indica di selezionare la provincia e il tipo di inquinante; dopo di che cliccare su aggiornamento (sotto il calendario): a quel punto vien fuori la mappa con le centraline, con i livelli medi di inquinamento da polveri sottili e relativi giorni di sforamento. A tutt’oggi, il sito dell’Arpa è aggiornato al 24 settembre.
Venuto a conoscenza di tale situazione, l’assessore ha dichiarato che “questo conferma la necessità e l’urgenza di dar seguito alle prescrizioni del Piano contenente le prime misure per il risanamento della qualità dell’aria nel quartiere Tamburi di Taranto, secondo le disposizioni del D.lgs 155/2010. Piano sul quale enti locali e buona parte delle aziende della provincia ionica che esercitano in virtù di una Autorizzazione Integrata Ambientale stanno lavorando in sinergia”. Dimenticando che quel famoso decreto di cui parla, approvato il 13 agosto del 2010, sposta il raggiungimento del valore obiettivo del benzo(a)pirene al 31 dicembre 2012, quando in realtà doveva essere già da tempo raggiunto secondo le direttive europee e le leggi italiane poi scientificamente “aggiustate”. “L’attenzione sul tema qualità dell’aria per quello che ci riguarda è costante – conclude Nicastro – come pure l’attività di confronto con gli attori del territorio. E’ evidente, tuttavia, che uno dei più grossi attori industriali, in questo momento, è immobile. Ritengo che, ancora una volta, Ilva rischi di perdere una occasione per mostrare a tutte le istituzioni ma soprattutto ai tarantini che vuol ristabilire un rapporto di fiducia con loro, che vuol dar vita ad un nuovo corso in cui i ‘non si può fare’ possano cedere il passo agli impegni concreti fissati con tempistiche e investimenti certi. Riteniamo tutto ciò sempre possibile ed aspettiamo segnali, continuando tuttavia a fare tutto quello che è in nostro potere per tutelare salute e ambiente”. Detto ciò, pare proprio non abbiamo grandi speranze.
G. Leone (dal TarantoOggi del 26 settembre 2012)