A dimostrazione che tutto quello che l’Ilva, i sindacati e le istituzioni ci hanno raccontato negli ultimi anni sulla presunta avvenuta ambientalizzazione del siderurgico, erano solo consapevoli menzogne. I custodi hanno inoltre disposto che il personale in esubero in conseguenza della fermata impianti, sia ricollocato nelle operazioni di bonifica. Il nuovo alt dei custodi arriva dunque alla vigilia dell’annunciata presentazione alla Procura e ai sindacati del piano di investimenti per 400 milioni di euro da parte del presidente dell’Ilva, Bruno Ferrante.
“Grande preoccupazione”: questo l’unico messaggio dai sindacati dopo gli ultimi provvedimenti dei custodi. Proprio questa mattina l’Ilva, dopo una serie di bocciature senz’appello, ha in programma di presentare ai custodi giudiziari e alla Procura di Taranto, il nuovo piano per gli investimenti nello stabilimento siderurgico. Il piano in questione, che dovrebbe venire incontro alle prescrizioni contenute nell’ordinanza del giudice per le indagini preliminari Patrizia Todisco, sarà illustrato oggi pomeriggio alle 16 dal presidente dell’Ilva, Bruno Ferrante, in una conferenza stampa.
Ma di fronte al nuovo provvedimento dei custodi, non é chiaro come reagirà l’azienda.Intanto ieri, ore prima del nuovo provvedimento e prima ancora di conoscere quali saranno le nuove proposte del Gruppo Riva, su internet e sui social network sono state diffuse le prime anticipazioni: a cominciare dall’ammontare dell’investimento, che si aggirerebbe intorno ai 400 milioni di euro. Somma che si aggiungerebbe ai 146 già stanziati dall’azienda, per un totale di 500 milioni e rotti. Decisamente pochi rispetto ai reali interventi a cui è chiamata l’azienda, specie dopo la notifica dell’ultimo provvedimento sulle batterie e gli altiforni.Le indiscrezioni hanno riguardato anche alcune novità sul tipo di interventi da realizzare per ridurre il rilascio di polveri nell’aria, in merito alle coperture da realizzare sul sito.
Addirittura, si è scritto che l’azienda sembrerebbe orientata a coinvolgere nel progetto “un architetto famoso, un archistar, per realizzare una struttura esteticamente gradevole oltre che utile. Una struttura che possa diventare un elemento gradevole dello Skyline della città”.E sono stati anche ipotizzati i nomi di questi architetti che dovrebbero realizzare tale struttura: personaggi del calibro dello spagnolo Santiago Calatrava, di Renzo Piano o addirittura del britannico Norman Foster. Mai una cosa seria, ma del resto il livello è quello che é. Intanto, forse sentendo puzza di bruciato da lontano, l’azienda aveva programmato lo spegnimento anticipato dell’Altoforno 1. Per l’Afo 1 infatti, era prevista la fermata per raggiungimento degli anni di produzione, in quanto gli altiforni hanno un periodo massimo per marciare.
Lo spegnimento di uno dei più vecchi e il più piccolo di quelli presenti nel siderurgico, era già stata programmata per il prossimo anno: si tratta quindi di un semplice intervento in anticipo rispetto al calendario previsto.Infine, l’Ilva, mediante il suo collegio difensivo, ha rinunciato ai due ricorsi presentati il 14 agosto davanti al Tribunale dell’Appello cautelare di Taranto contro le due ordinanze interpretative, emesse in successione il 10 e l’11 agosto da parte del GIP Patrizia Todisco: l’udienza dei due ricorsi riunificati era infatti prevista per la giornata di oggi, ma i legali avevano presentato la rinuncia dell’azienda già dalla scorsa settimana: ogni tanto un barlume di lucidità e dignità attraversa anche la mente dei componenti del Gruppo Riva.
Gianmario Leone (dal TarantoOggi del 18 settembre 2012)
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