L’Ilva ha infatti in mente di adottare un sistema computerizzato, utilizzato da anni altrove, che consenta una maggiore umidificazione dell’area Parchi, attraverso il posizionamento di una serie di cannoni, ubicati tra i cumuli, oltre al miglioramento del sistema della filmatura. Soltanto in un secondo momento invece, sarà presentato uno studio di fattibilità sulla copertura dei parchi: che però custodi e Procura chiedono da subito. Ciò detto, i sindacati hanno avuto rassicurazioni anche sui livelli occupazionali, che non subiranno esuberi: a fronte di un’eventuale blocco di alcune aree, i lavoratori impiegati nelle stesse saranno ricollocati all’interno del. Queste le intenzioni di Ferrante, che ha chiesto alla Procura di poter incontrare patron Emilio Riva, attualmente agli arresti domiciliari, proprio per parlare dei futuri investimenti e del futuro del siderurgico tarantino di proprietà del Gruppo. Nel proseguo della mattinata, i sindacati hanno anche incontrato i custodi giudiziali, che come previsto non hanno potuto rispondere alle loro domande. “Noi siamo custodi tecnici e non possiamo, per la particolarità del nostro ruolo, darvi le informazioni che ci chiedete, né avere un confronto periodico con voi. Se avete questa necessità, prendete contatto con la Procura della Repubblica di Taranto che è disponibile ad incontrarvi”.
L’ennesimo messaggio affinché si capisca che il futuro dell’Ilva di Taranto è in mano al Gruppo Riva da un lato ed alle decisioni della Procura dall’altro. Unico chiarimento fornito ai sindacati, quello sul blocco dei rifornimenti di materie prime: lo stesso è finalizzato a ridurre le colline di polveri minerali stoccate nell’area posta sotto sequestro. Quando l’altezza sarà diminuita, potranno arrivare al porto nuovi approvvigionamenti di materie prime per il funzionamento degli impianti, ma sempre sotto stretto controllo dei custodi. Nel pomeriggio invece, il procuratore capo, Franco Sebastio, ha incontrato i custodi nominati dal GIP, al termine del quale ha dichiarato che “fino ad ora l’Ilva non ha presentato proposte valide per il risanamento degli impianti e il contenimento delle emissioni, supportato anche da un piano di investimenti.
Abbiamo detto fino dal primo momento che la nostra porta è aperta, ma si devono trovare le soluzioni”. In mattinata invece, il procuratore aveva incontrato gli ufficiali della guardia di finanza che l’altro filone d’inchiesta, “ambiente venduto”, sui presunti rapporti di corruzione fra vertici del siderurgico ed amministratori pubblici, oltre che su presunte attività illecite nella gestione di alcune discariche in uso all’Ilva. Il procuratore ha ricevuto dai militari un voluminoso dossier, ora al vaglio degli inquirenti. Il Comitato di presidenza del Csm ha invece autorizzato l’apertura di una pratica in Prima commissione sugli attacchi ricevuti dal GIP Patrizia Todisco dopo la sua decisione di disporre il sequestro dell’area a caldo dell’Ilva. Infine, anche ieri il decreto legge per Taranto ha subito uno stop alla Camera, per l’ostruzionismo della Lega Nord: discussione rinviata a questa mattina.
Gianmario Leone (Il Manifesto del 13 settembre 2012)
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