TARANTO – Riportiamo il comunicato stampa diffuso ieri da Fabio Matacchiera, presidente del Fondo Antidiossina onlus, e la replica di Biagio De Marzo, presidente di Altamarea.
MATACCHIERA PRENDE LE DISTANZE – “Come è noto, durante le elezioni amministrative scorse, pur non candidandomi in prima persona in nessuna lista politica, ho sostenuto fortemente la figura di Angelo Bonelli poiché ritenuto da me la persona giusta per ricoprire l’incarico di primo cittadino di questa città, condividendo con lui molti ideali ed il desiderio di riscatto per questa terra. Una scelta fortemente voluta da me e da tanti altri, a causa del “vuoto politico” che si era creato nella città, dove a candidarsi erano sempre le stesse persone, molte delle quali ritenute responsabili e complici del disastro ambientale e socioeconomico di Taranto. Per questo noi avevamo pensato di ”investire” in un “forestiero” che avesse le idee più chiare e non avesse legami con la vecchia classe politica, notoriamente schierata a favore dei grandi inquinatori e non a favore della salute di tutti, compresa quella degli operai che, lavorando nelle fabbriche, sono più a contatto con i veleni e più esposti alle malattie. Con lui abbiamo portato avanti, con non poche difficoltà e con gli “sgambetti” di alcuni personaggi esterni, ma anche interni, travestiti da “ambientalisti”, una linea molto ferma nei confronti dei grandi inquinatori, fortemente tesa anche alla chiusura dell’ “area a caldo” dell’Ilva di Taranto, ritenuta da noi, e senza ombra di dubbio, troppo inquinante e non ecocompatibile con l’adiacente città. Ho lottato fermamente con passione e con determinazione e mai, prima di allora ed in vita mia, avevo supportato un candidato politico pubblicamente ed in un modo così evidente. Adesso, però, ci tengo a sottolineare che, dopo questa “avventura politica” che, ribadisco, non mi ha mai visto come attore principale, né come candidato, la mia attività di libero cittadino, di ambientalista e di presidente della Onlus “Fondo Antidiossina Taranto” deve essere considerata totalmente slegata dalla attività politica dell’On. Bonelli, pur continuando a mantenere con lui un rapporto di stima e di amicizia.
Le motivazioni di questa mia scelta sono da ricercarsi nel desiderio di voler mantenere uno “status” indipendente dalla politica e dal non condividere le posizioni di alcuni esponenti di Altamarea che al fianco di Bonelli, in particolar modo dal suo presidente Biagio De Marzo (ex dirigente dell’ILVA) che si è dimostrato poco coerente nelle posizioni da lui assunte e che, più volte, a causa del suo modo di operare non lineare e non trasparente, ha portato spesso i gruppi che sostengono lo stesso Bonelli in conflitti che hanno danneggiato l’atmosfera di serena collaborazione tra tutti i componenti. Mi duole riscontrare che anche lo stesso movimento di Altamarea, non aderisce più alla linea di chiusura dell’area a caldo e al fermo della produzione, deciso anche dalla Procura che, invece, io ho sempre fortemente sostenuto con chiarezza e determinazione, senza cambiamenti di posizione, riguardo questo fondamentale aspetto. Ragionamento analogo vale per Legambiente che non ha mai sostenuto chiaramente la chiusura della cokeria di Taranto (e tanto meno dell’area a caldo), mentre a Genova Legambiente si è schierata per la chiusura. Infine, sottolineo la mia stretta vicinanza all’amico e collega Alessandro Marescotti di Peacelink con il quale ho sempre condiviso e continuerò a condividere intenti e battaglie. Quanto sopra a chiarimento della mia posizione , che è sempre stata coerente, come dimostrano le idee da me espresse e le mie azioni”.
LA REAZIONE DI DE MARZO – «La mia posizione è sempre stata coerente, basta leggere i documenti per rendersene conto». Biagio De Marzo, presidente di Altamarea, replica così alla nota diffusa ieri da Fabio Matacchiera, presidente del Fondo Antidiossina onlus. «In questo momento parlo a titolo personale – spiega De Marzo al Corriere – come presidente di Altamarea mi esprimerò soltanto dopo aver affrontato la questione con i membri del Consiglio. Per quanto riguarda l’aspetto politico, vorrei ricordare a Matacchiera che io ho dato le dimissioni dal movimento con cui mi sono candidato (Ecologisti per Bonelli) circa tre mesi fa, ad elezioni concluse. Da allora ho riacquistato una completa autonomia». De Marzo ne approfitta per togliersi qualche sassolino dalla scarpa: «Durante la campagna elettorale ho subìto la violenza verbale della fazione urlatrice, ma ho tenuto duro per non rovinare ulteriormente un clima già avvelenato».
Poi un’altra stoccatina a Matacchiera: «Lo invito a leggere tutti i documenti da me sottoscritti in questi anni: si renderà conto che viene fuori sempre la stessa posizione – continua De Marzo – la rottura del fronte ambientalista è stata causata dai meno competenti sui temi della siderurgia. Costoro non hanno capito che la chiusura dell’area a caldo equivale alla chiusura dello stabilimento. Non lo hanno capito quando sono sfilati per le vie del centro 6 mila operai e neanche quando sono venuti a Taranto due ministri del governo Monti. Continuano a non capire che il problema posto sul tavolo, sia dal provvedimento del Gip Patrizia Todisco, che condivido al 100%, che dal provvedimento del Riesame, è il seguente: cosa ne facciamo dell’intero stabilimento? E’ sul suo destino che bisogna discutere, non solamente dell’area a caldo».
Ma cosa pensa De Marzo del percorso avviato dalle istituzioni per la nuova Autorizzazione Integrata Ambientale? «Secondo me verrà fuori un papocchio. Come Altamarea, abbiamo posto due punti importanti: dev’essere garantita la tutela, anche da un punto di vista previdenziale, di tutti i lavoratori. L’eventuale nuova Aia deve contenere la garanzia fideiussoria per un importo non inferiore alla somma dei costi ipotizzati per realizzare gli interventi imposti dalle prescrizioni, più il risarcimento dei danni già procurati e la garanzia per eventuali grandi rischi. Il Governo deve costringere l’Ilva a prendere un impegno preciso in questa direzione. Lo abbiamo scritto anche in un documento firmato con Pierpaolo Fiume. Solo dopo si potrà pensare ad una vera svolta».
Alessandra Congedo per il Corriere del Giorno