“L’Aia all’Ilva va revocata, fuori luogo il suo riesame”
Alla luce di quanto predisposto dalla Magistratura di Taranto, appare fuori luogo il riesame dell’Autorizzazione Integrata Ambientale (A.I.A.) all’Ilva di Taranto. La perizia dei chimici ha messo in discussione l’intera procedura di rilascio dell’A.I.A., avendo fatto emergere condizioni degli impianti tali da rendere impossibile l’autorizzazione all’esercizio.
L’azienda non possiede i prerequisiti necessari ed il sequestro degli impianti dell’area a caldo, con stop alla produzione, ne è la prova. Riteniamo, pertanto, che l’A.I.A. debba essere revocata fino a dimostrazione dell’esistenza dei prerequisiti necessari alla eventuale ripresa dell’attività produttiva.
Il suo rilascio pone, inoltre, seri problemi di conflittualità tra i tempi tecnici stabiliti dai custodi incaricati dalla Magistratura e quelli indicati nelle prescrizioni contenute nell’autorizzazione. Non si può autorizzare all’esercizio un’azienda che nulla ha fatto per evitare l’esposizione della popolazione e dei lavoratori impiegati al pericolo derivante dall’emissione incontrollata di sostanze altamente tossiche. La sola possibilità di rischio per la salute pubblica è un reato se non si attuano misure finalizzate ad evitarlo.
L’autorizzazione all’esercizio di un’attività produttiva non può essere concessa se è stato accertato che l’azienda ha messo a rischio la salute pubblica, sapendo che poteva procurare un danno. Riteniamo che il riesame dell’A.I.A. sia contrario alla decisione della Magistratura. Lo riteniamo, pertanto, fuori luogo e anzi nocivo, anche se finalizzato all’inserimento di prescrizioni più rigorose. Ribadiamo, dunque, la necessità che l’A.I.A. all’Ilva venga revocata, perché concederla significa negare le sue responsabilità penali.
A firma di:
LEGAMJONICI,
TARANTO LIDER,
COMITATO DI QUARTIERE TAMBURI,
ASS. TAMBURI 9 LUGLIO 1960-ANNO ZERO.