Ilva, i tarantini si danno appuntamento in piazza Maria Immacolata
TARANTO – La grande manifestazione pacifica prevista per domani si terrà in piazza Maria Immacolata (lato via Di Palma), a partire dalle 8.30. Lo comunica il comitato “Cittadini e lavoratori liberi e pensanti”. E’ questa la conseguenza delle disposizioni date dal questore Enzo Mangini che ha vietato qualsiasi corteo e ogni manifestazione davanti e nei pressi della Prefettura, dove i ministri Clini (Ambiente) e Passera (Sviluppo) dalle 11.30 incontreranno le istituzioni locali. Anche Legambiente da’ appuntamento alle 8.30 in piazza Maria Immacolata, angolo via D’Aquino, per presentare ai cittadini e agli organi di informazione la lettera che il presidente nazionale Vittorio Cogliati Dezza ha inviato oggi ai ministri Clini, Passera e Severino.
Si legge in un comunicato di Legambiente: “Al Governo in primo luogo, e alla politica, per decenni colpevolmente assente sull’inquinamento prodotto dal siderurgico e dagli altri impianti del polo industriale di Taranto, chiediamo non i ricorsi alla Corte Costituzionale, ma un cronoprogramma serio con provvedimenti di immediata esecuzione per impedire che l’Ilva continui a inquinare e a provocare malattie e morti. Continuiamo a credere che ambiente e lavoro siano le due facce inscindibili della stessa medaglia e che non è accettabile da una società che voglia dirsi civile ed evoluta ricattare i propri cittadini ponendoli di fronte all’atroce scelta tra salute e lavoro.Continuiamo a sostenere che solo una radicale inversione di rotta nella politica industriale del nostro paese e nella gestione di un colosso siderurgico come l’Ilva – che vada nel segno della piena tutela della salute e dell’ambiente – possa garantire un futuro all’industria italiana”.
SENZA APECAR – Il questore di Taranto, oltre a vietare qualsiasi corteo per domani, ha anche ”interdetto l’utilizzo del nostro Apecar che viene definito nell’ordinanza un pericolo per l’incolumita’ pubblica. Evidentemente ha gia’ fatto piu’ danni di un F-35”. Lo ha detto il portavoce del Comitato cittadini e lavoratori liberi pensanti, Cataldo Ranieri, parlando con i giornalisti.