Considerato che il Tribunale del Riesame ha confermato il sequestro preventivo delle aree e degli impianti, la Todisco ribadisce che tale sequestro “non può che che essere funzionale alla tutela delle esigenze preventivo-cautelari indicate dalla legge (art. 321, comma 1, cp: “Quando vi è pericolo che la libera disponibilità di una cosa pertinente al reato possa aggravare o protrarre le conseguenze di esso ovvero agevolare la commissione di altri reati…”).
Nella nuova ordinanza il gip segnala anche la “grave e attualissima situazione di emergenza ambientale e sanitaria in cui versa il territorio di Taranto imputabile alle emissioni inquinanti (convogliate, diffuse e fuggitive) dello stabilimento Ilva e segnatamente di quegli impianti e aree sottoposte a vincolo cautelare). Peraltro – scrive ancora il gip Todisco – lo stesso Tribunale del Riesame senza prevedere alcuna facolta’ d’uso degli impianti a fini produttivi, ha ribadito prioritariamente la necessita’ di garantire ‘la sicurezza degli impianti’ e di adottare ‘tutte le misure tecniche necessarie per eliminare le situazioni di pericolo‘…”.
Il gip sollecita l’adozione da parte dei custodi e degli amministratori – Bruno Ferrante, Barbara Valenzano, Emanuela Laterza e Claudio Lofrumento – di “tutte le misure tecniche necessarie a scongiurare il protrarsi delle situazioni di pericolo e ad eliminare le stesse, situazioni in ragione delle quali il sequestro preventivo è stato disposto e confermato”. In merito al ruolo di Ferrante, presidente dell’Ilva, il gip precisa che è il “responsabile dell’attuazione delle prescrizioni e procedure impiantistiche che si renderanno necessarie in attuazione del provvedimento di Aia per gli impianti non interessati in alcun modo dal provvedimento di sequestro preventivo”.
Barbara Valenzano, invece, è la responsabile “dell’attuazione delle prescrizioni e procedure impiantistiche che si renderanno necessarie in attuazione del provvedimento di sequestro preventivo degli impianti a caldo e degli impianti tecnicamente connessi agli stessi”. Inoltre, sarà responsabile delle “misure tecniche necessarie per eliminare situazioni di pericolo e della attuazione dei monitoraggi, con potere di spesa (previa approvazione dell’A.G.), relativamente alle aree sottoposte a sequestro, nonché a quelle tecnicamente connesse”.
Il gip autorizza custodi ed amministratori ad accedere a tutte le aree, reparti, unità produttive, relative sale controllo ed uffici dello stabilimento, al fine di acquisire quanto necessario alla gestione operativa degli impianti e delle infrastrutture tecnologiche; ad accedere all’intranet aziendale, a tutte le procedure operative e gestionali, alle informazioni di sistema, alle comunicazioni con i diversi reparti ed uffici Ilva e con gli enti esterni, ai sistemi di monitoraggio e di controllo di processo. La Todisco parla anche dell’installazione di specifiche workstation da collocare nella Direzione dello Stabilimento (e in altri punti da definire successivamente) a cura della Società. Custodi e amministratori “potranno interloquire direttamente con i diversi Enti esterni interessati da procedure autorizzative e di controllo al fine di acquisire documentazione utile alla gestione controllata”.
Infine, custodi ed amministratori sono tenuti a trasmettere al gip, con frequenza settimanale, relazioni sulle attività svolte nell’esercizio del loro pubblico ufficio. Immediata la reazione dell’Ilva. Ferrante ha già dato mandato ai propri legali di impugnare immediatamente il provvedimento del giudice delle indagini preliminari ed ha convocato il consiglio di amministrazione della società per le determinazioni conseguenti.
Alessandra Congedo
IL DOCUMENTO: gip_decreto_ilva
MOVIMENTO 5 STELLE: LO STOP DELLA PRODUZIONE TUTELA I CITTADINI
Riportiamo il commento del movimento: “Il giudice Todisco ha fatto notificare all’Ilva un’ordinanza aggiuntiva, interpretativa del precedente provvedimento, che prevede lo STOP della produzione e che esclude il presidente del gruppo, Bruno Ferrante, dalla gestione delle aree a caldo sotto sequestro. Lo stop alla produzione sarebbe “una scelta insostenibile” secondo il presidente dell’Ilva che ha dato mandato ai suoi legali di “impugnare il provvedimento”. E’ questa la tanto annunciata nuova fase collaborativa dell’Ilva? Ciò, evidentemente, lascia intendere che l’azienda è disposta a “dialogare” solo quando i provvedimenti giudiziari non alterano lo stato delle cose e non ostacolano l’attività inquinante della stessa. Nessuna nuova fase, quindi, e nessuna pietra sul passato. L’ordinanza sottolinea, infatti, che l’emergenza ambientale e sanitaria, in cui versa la città di Taranto, è “grave ed attualissima”. Mentre la politica locale e nazionale è disposta a sacrificare la salute dei cittadini di Taranto, mentre il governo cerca di salvare un’azienda che ha avvelenato la città, l’ordinanza del Gip è per noi un’azione importante che ci rende orgogliosi di dire che la nostra salute non è più in vendita. Possiamo affermare che, come cittadini, ci sentiamo tutelati da questa ordinanza del giudice Todisco”. Alessandro Furnari (Portavoce del gruppo di Beppe Grillo – ‘I Grilli di Taranto in Movimento’)
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