“La pubblicazione del contenuto di una telefonata tra il direttore generale dell’ARPA Puglia, prof. Giorgio Assennato, ed il responsabile delle pubbliche relazioni dell’Ilva, Girolamo Archinà, avvenuta nei primi giorni di agosto su quasi tutti i giornali locali e nazionali, in forma parziale o integrale, ha suscitato fondata preoccupazione in quanti hanno a cuore l’indipendenza e la terzietà dell’Agenzia regionale per l’ambiente. I chiarimenti ed i commenti che lo stesso direttore generale ha ritenuto di fornire con una nota ampiamente diffusa, costituiscono una conferma della sorpresa suscitata dalla lettura del contenuto della telefonata.
Il rappresentante dell’Ilva si lamenta con Assennato per un documento che l’Arpa aveva indirizzato alla Regione, e dalla stessa richiesto, a seguito della misurazione di una eccessiva concentrazione in aria a Taranto del cancerogeno benzopirene, nel quale si formulava una proposta per ridurre l’emissione della pericolosa sostanza. Poichè non vi è altro modo per ottenere un simile risultato se non riducendo la produzione, Archinà se ne lamenta con estrema vivacità e confidante determinazione. Risulta quanto meno strano che una questione così delicata, come l’abbattimento dell’esposizione di migliaia di cittadini ad un cancerogeno certo, possa essere oggetto di una interlocuzione telefonica, peraltro non episodica, nel corso della quale il direttore afferma che “si fanno delle riunioni tecniche con… con l’Ilva e si vede che cosa concretamente si riesce a definire, se si riesce a definire, se non si può definire niente non c’è problema, qual è il problema ?”.
Un’agenzia pubblica dovrebbe difendere le proprie proposte nelle sedi istituzionali ed interloquire con gli interessati, tra i quali, non dimentichiamo, ci sono anche i cittadini, nelle forme previste dalla legge. Ogni altra modalità, per quanto animata da buone intenzioni, rischia di indebolire l’autorevolezza del pubblico servizio. L’Ilva e le altre grandi aziende, come è dimostrato dalla storia anche recente, hanno a disposizione già numerosi e costosi strumenti per far valere le loro ragioni in sedi giudiziarie e non, e non hannobisogno certo di una impropria concertazione su questioni di simile gravità come quella del benzopirene.
Al contrario dei cittadini inconsapevoli dei rischi ed indifesi, che si aspettano di essere tutelati dalle strutture pubbliche che essi stessi finanziano. Riteniamo che non sulle proprie buone intenzioni, ma su come intenda riportare i rapporti dell’Arpa con tutti i possibili interlocutori nell’alveo della correttezza istituzionale il direttore generale Assennato avrà la sensibilità di fornire chiarimenti ed indicazioni rifuggendo dalla tentazione di attribuire intenzioni irresponsabili e denigratorie ai mezzi di informazione, ai cittadini ed alle loro rappresentanze democratiche”.
Per il Direttivo di Medicina Democratica Onlus
il vicepresidente Marco Caldiroli
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