È questo il commento di Vittorio Cogliati Dezza, presidente nazionale di Legambiente, sulle indiscrezioni di stampa uscite nei giorni scorsi a proposito delle carte processuali che tirerebbero in ballo anche il presidente della Commissione Aia, più volte contattato dall’ex capo della segreteria tecnica dell’ex ministero dell’ambiente, prima del rilascio dell’autorizzazione avvenuto nell’agosto 2011, a quanto sembrerebbe per aggiustare il parere della Commissione. Un parere che era stato oggetto di altri gravi incidenti di percorso come quello avvenuto nel 2008 quando il conferimento dell’incarico di valutare la documentazione per l’Aia presentata dall’Ilva fu dato ad un tecnico della Commissione che poi risultò avere precedenti penali e che per questo motivo era stato sospeso dall’incarico.
“Abbiamo sempre sostenuto – aggiunge Cogliati Dezza – che l’autorizzazione data all’Ilva dal ministro Prestigiacomo sembrava scritta sotto dettatura da parte dell’azienda. Leggere gli stralci dell’ordinanza della magistratura dagli organi di stampa di questi giorni confermerebbe quanto sospettato e più volte esplicitato dalla nostra associazione in questi ultimi anni. Serve ora fare piazza pulita da tutti questi sospetti per garantire al fondamentale lavoro della Commissione Aia di operare senza alcun condizionamento”.
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