Da ascoltare con attenzione le dichiarazioni di Assennato, che si sofferma sulle criticità ambientali ancora esistenti, e del dottor Bianchi che ricorda gli allarmanti dati sanitari contenuti nella perizia epidemiologica prodotta dagli esperti incaricati dal gip Todisco nell’ambito dell’inchiesta sull’inquinamento Ilva. Riportiamo alcuni stralci.
LE CRITICITA’
Assennato: “Le criticità maggiori per quanto riguarda l’inquinamento atmosferico sono la mancata copertura dei parchi minerali che sono molto vicini ad un’area residenziale e le emissioni diffuse della cokeria che pure è adiacente al quartiere Tamburi”.
DIOSSINA
Assennato: “L’inquinamento da diossine, almeno quello convogliato dal camino, è stato risolto grazie ad una legge regionale e all’opportuna risposta aziendale alla legge che ha abbassato di venti volte il limite previsto dalla legislazione nazionale. Le emissioni sono passate nel giro di tre anni da quasi 200 grammi di diossina a meno di 10 grammi all’anno. Una formidabile riduzione, almeno per le emissioni convogliate al camino”. Il direttore di Arpa Puglia si riferisce quindi a quelle che fuoriescono dal camino E-312, quello sottoposto a monitoraggio, ma con le sue parole lascia intendere che resta il problema delle emissioni diffuse, indicate dai periti chimici incaricati dal gip Todisco come responsabili della contaminazione dei terreni circostanti l’area industriale e dei capi di bestiame abbattuti.
EFFETTI SANITARI
Bianchi: “La perizia che è stata commissionata dalla Procura ai professori Forastiere, Biggeri e Triassi, ha una marcia in più. Questa perizia, fatta da epidemiologi al top dell’epidemiologia italiana ed europea ha adottato una metodologia che è difficilmente attaccabile. Su un periodo cospicuo, dal 2004 al 2010, sono stati vagliati effetti a lungo termine ascrivibili anche a esposizioni passate, quindi vecchia Italsider, effetti a breve termine ascrivibili a esposizioni concomitanti (Ilva, ndr), effetti nei bambini sotto i 14 anni, sia in termini di ricoveri ospedalieri che di tumori in età pediatrica. I dati conosciuti dicono che ci sono, facendo assunzioni anche restrittive e forse sottostimate, 83 decessi in più all’anno, 648 ricoveri all’anno per malattie cardio-respiratorie, in particolare nei quartieri più inquinati. Anche gli ex operai, impiegati dal ’70 al ’90 hanno mostrato un +11% di tumori totali, in particolare stomaco, pleura, prostata, vescica, tumori legati ai processi industriali, presenti anche negli impiegati”. Per Bianchi è una perizia con una metodologia epidemiologica estremamente avanzata che richiede interventi immediati per abbassare l’inquinamento e bonificare le aree contaminate.
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Alessandra Congedo
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