Taranto, la città delle puzze. Ci mancava quella del mercato ittico…
TARANTO – Inutile fare gli struzzi e nascondere la testa sotto la sabbia. Taranto è sempre più la “città delle puzze”. Chi raggiunge il capoluogo ionico dalla litoranea si imbatte nel nauseabondo odore proveniente dal depuratore Gennarini. Chi arriva da Bari e dal versante occidentale viene aggredito dalle puzze di Eni e Ilva. Ad avere la peggio, come sempre, sono i cittadini che risiedono nel quartiere Tamburi. Legambiente ci spiega perché con un suo comunicato stampa che riportiamo integralmente (A. Cong).
“Ci mancava il mercato ittico ai Tamburi per rendere ancora più difficile la vita nel quartiere che “ospita” l’Ilva e le sue emissioni inquinanti. Non bastavano le puzze provenienti dalla raffineria ENI e dagli altri stabilimenti industriali ad ammorbare l’aria dei Tamburi; ad esse si è aggiunta una nuova puzza: quella del pesce che marcisce nei cassonetti o nei pressi dei cassonetticollocati nell’area del mercato ittico galleggiante che evidentemente non vengono puliti a sufficienza. Un “bouquet” di essenze profumate da suggerire a qualche azienda di profumi che voglia lanciare una nuova linea: “Eau de fognature”.
C’è poco da ridere però per i cittadini del quartiere Tamburi costretti a subire questo ennesimo disagio. Dopo le segnalazioni di alcuni di essi che lamentavano l’insopportabile puzza che, soprattutto in alcune giornate(probabilmente a causa di particolari direzioni del vento), ammorba letteralmente via Galeso, ma anche via Orsini e le via adiacenti a queste due arterie del quartiere, abbiamo “indagato” e fotografato ed ecco il risultato delle nostre ricerche: le foto sarebbero sufficienti da sole, ma siamo andati oltre per verificare se dopo le attività giornaliere, di notte, si provvedesse alla pulizia.
Sicuramente nei due giorni da noi controllati questo non è avvenuto. La sera del 4 luglio intorno alle 21.30 abbiamo trovato un certo quantitativo di rifiuti accatastati presso i cassonetti; la mattina del giorno dopo, intorno alle 11.00 c’erano gli stessi rifiuti con l’aggiunta di un ulteriore carico presumibilmenteprodottosi nelle prime ore della mattinata. Evidentemente nessuno aveva pulito l’area durante la notte! Riteniamo intollerabile e pericolosa dal punto di vista igienico-sanitario una situazione di questo genere e chiediamo con forza che il Comune di Taranto garantisca la pulizia e la disinfestazione dell’area con una frequenza e orari adeguati alle necessità del mercato”.
Lunetta Franco (presidente Legambiente – Circolo di Taranto)
P.S. il Comune di Taranto prevede un servizio di raccolta dei contenitori di polistirolo utilizzati dalle pescherie? Una nostra indagine in merito, sollecitata dalla richiesta del sensibile gestore di una grande pescheria cittadina che voleva “differenziare” tali rifiuti, non ha dato alcun esito; nessuno sa niente. Inutile dire che sarebbe il caso che ci si muovesse in tal senso.