Anche questo secondo processo vede sotto accusa i vertici ILVA ex Italsider di Taranto. All’apertura dell’udienza l’avvocato Ezio Bonanni per Contramianto e l’avvocato Cataldo Fornari per l’ONA hanno presentato le richieste di costituzione di parte civile a sostegno dei lavoratori ammalati e dei famigliari delle vittime. Il processo è stato aggiornato per il prossimo 23 novembre anche al fine di valutare la possibilità di riunire entrambi i giudizi.
Il capo d’imputazione alla base del processo riguarda diversi casi di operai ammalati e morti per tumore causato dall’esposizione a sostanze cancerogene e tossiche. I fatti presi in esame dal processo riguardano il periodo che va dai primi anni ‘60 alla metà degli anni ‘90. Secondo l’accusa gli imputati, membri del consiglio di amministrazione, direttori amministratori dell’Italsider di Taranto, avrebbero omesso di informare i lavoratori del siderurgico dei rischi provocati dall’amianto, apirolio, diossina, acidi tossici, polveri sottili, carbone, silice, particelle di ferro, idrocarburi policiclici aromatici e metalli pesanti, un mix micidiale di sostanze inquinanti pericolose per la salute.
Il processo cerca di dare risposte a eventuali responsabilità che la catena di comando dell’imponente stabilimento siderurgico tarantino ha avuto nell’insorgenza di patologie in molti casi mortali dei dipendenti, una esposizione a sostanze cancerogene e altamente tossiche che secondo altre inchieste della Procura di Taranto è continuata anche oltre gli anni ‘90 ma sulle cui vicende soltanto le sentenze potranno consentire di esprimere giudizi conclusivi.
Il Presidente di Contramianto Luciano Carleo, e il presidente di ONA ritengono che vada fatta piena chiarezza sull’intera vicenda del siderurgico tarantino e sulle centinaia di morti e ammalati iniziando da quelle che sono state le esposizione in fabbrica e i danni causati alla salute che hanno determinato tanta sofferenza nella vita dei lavoratori e delle loro famiglie, un dolore non solo fisico ma anche morale». Continua intanto l’impegno di Contramianto, con il quale opera anche Osservatorio Nazionale Amianto ONLUS, sede di Taranto, con la “Rete di supporto sociale” il programma di informazione e sostegno alla popolazione.
L’avvocato Bonanni, presidente dell’ONA, e legale di Contramianto, esprime «vivo ringraziamento per l’operato impeccabile della Procura della Repubblica di Taranto e un segno di apprezzamento per il provvedimento del GIP con il quale già nel primo processo gli imputati sono stati rinviati a giudizio», non senza preannunciare ulteriori iniziative delle due associazioni finalizzate a far emergere tutte le responsabilità sui fatti di causa.
Comunicato stampa – Osservatorio Nazionale Amianto
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