E’ evidente –continuano Tarantini e Venneri- che si tratta di un pretesto per sottrarre la zona a maggiori controlli e a una sua gestione più responsabile, perché l’ampliamento non richiederebbe alcun onere finanziario. La lettera- concludono gli ambientalisti- chiude per il momento la partita e segna un punto a favore per abusivi e bracconieri del mare. Legambiente continuerà la battaglia di buon senso e di civiltà per includere la baia di Porto Selvaggio tra le aree di maggior pregio del nostro Paese. In un momento in cui tutto il resto dell’Italia punta alle aree marine protette, valorizzandole, in quanto capaci di attrarre migliaia di visitatori, il Salento, la cui vocazione turistica si fonda proprio sulla promozione del suo patrimonio naturale, rinuncia in maniera miope e ottusa a puntare ad un turismo di qualità per uscire dalla crisi”.
COMUNICATO STAMPA
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