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Mitili, il nodo delle concessioni

TARANTO – Sono attese per oggi dall’Istituto Zooprofilattico di Teramo, i risultati delle analisi sui campioni prelevati dalla ASL nel I seno di Mar Piccolo tra il 21 e il 23 maggio scorsi. Soltanto se il responso sarà negativo, confermando una contaminazione da diossina e PCB al di sotto della soglia dei 6,5 picogrammi (prevista dalla variazione del Regolamento (CE) N. 1881/2006 entrata in vigore lo scorso 1 gennaio), la ASL potrebbe prendere in considerazione la decisione di applicare una deroga all’ordinanza n.1989 dello scorso luglio emessa dal Servizio Veterinario della ASL TA, con la quale si ordinava il blocco del prelievo e della movimentazione di tutti i molluschi bivalvi vivi del I seno di Mar Piccolo, consentendo così oltre alla movimentazione del prodotto, anche la sua commercializzazione: ovviamente il tutto dovrebbe nuovamente passare attraverso il tavolo tecnico regionale istituito per la “valutazione e gestione del rischio per la presenza di PCB e Diossine negli allevamenti e negli alimenti nella provincia di Taranto”.

In caso di esito negativo, ASL, CNR, Centri Ittico, Comune e mitilicoltori, nell’ultimo incontro di mercoledì, hanno convenuto sull’opportunità di effettuare analisi e campionamenti una volta alla settimana, per tenere sotto costante controllo l’evolversi della contaminazione del I Seno del Mar Piccolo, che nei mesi estivi tende ad aumentare i suoi livelli, segnale inequivocabile di un inquinamento cronico, sedimentato per decenni e che ora sta presentando il suo salatissimo conto. Ma nella giornata di ieri, si è svolto un altro incontro presso il Centro Ittico, a cui hanno partecipato le cooperative dei mitilicoltori e Michele Matichecchia, dirigente comunale del settore Attività Produttive: al centro della discussione, questa volta, sono finite le concessioni per spostare gli impianti nelle aree in Mar Grande, il cui iter si è completato proprio ieri (la determina della direzione Sviluppo Economico e produttivo venne pubblicata lo scorso 24 aprile). Sono 28 le richieste pervenute, quasi tutte appartenenti a cooperative di nuova costituzione, a cui seguirà una graduatoria grazie alla quale i 369.00 metri quadrati adibiti per gli impianti dei mitilicoltori, saranno suddivisi in base a questa percentuale: 50% a chi è già in regola, a scalare, fino al 25% per le concessioni in fase di sanatoria.

Facile a dirsi, molto di meno a farsi. Perché il problema delle concessioni, è un intricato groviglio che lentamente si sta tentando di sciogliere. Due anni fa, la competenza nel campo passò dalla Capitaneria di Porto al Comune di Taranto, che delegò il tutto al Centro Ittico Tarantino: il dirigente Matichecchia, da meno di un anno in carica, ha sin qui rinnovato appena 15 concessioni. Tante invece, sono ancora quelle che mancano: vuoi perché sono in corso le pratiche di accettazione, vuoi perché in tanti l’hanno richiesta soltanto nell’ultimo anno, vuoi perché altri non l’hanno mai avuta. Il problema è che oramai, una volta scoppiato il caso contaminazione la scorsa estate, senza concessione i mitilicoltori non hanno più diritto né ad avere la certificazione idonea per gli impianti dalla ASL, né a concorrere per ricevere eventuali fondi stanziati dalla Regione. A proposito: a quanto pare, l’apertura delle buste per l’assegnazione dei fondi FEP stanziati tempo addietro, oltre un milione di euro, a cui avrebbero dovuto accedere i mitilicoltori dotati di licenza regolare, è stata per ora sospesa. Proprio in questi giorni, invece, la Regione dovrebbe accelerare l’iter per un nuovo bando, che stanzierà dei fondi utili ad aiutare i mitilicoltori a spostare gli impianti e gli allevamenti in Mar Grande. Alcuni tecnici dell’ente regionale stanno valutando i termini della fattibilità di tale operazione e nel caso quali capitoli di spesa riservare a tale iniziativa. Ma anche per questi fondi, vale il discorso di cui sopra: senza concessione non si potrà accedere a nessuna graduatoria.

Ciò detto, i mitilicoltori anche ieri hanno ribadito come non abbiano alcuna intenzione di spostare il prodotto in altre aree: vuoi per una questione di ulteriori costi che un’azione del genere comporterebbe, vuoi perché in contemporanea dovrebbero spostare i loro impianti nello specchio d’acqua di Mar Grande, dove sostenere la coltivazione del seme per la produzione del 2013. Il tavolo tecnico del 25 maggio, ha infatti rinnovato la decisione di trasferimento del seme presente nel I Seno nelle aree individuate dal Comune di Taranto in Mar Grande “nelle more della necessaria classificazione”, che ricordiamo durerà la bellezza di sei mesi, il tempo necessario per capire se Mar Grande è idoneo o meno ad ospitare gli allevamenti: il bello è che nessuno ha sin qui dichiarato cosa accadrà qualora la classificazione non andasse a buon fine. Ma i mitilicoltori non vogliono spostare i loro impianti dal I seno del Mar Piccolo anche per un altro motivo: perché non si fidano delle non meglio precisate “attività di risanamento ambientale dell’area del I seno del Mar Piccolo” di cui si legge nel verbale del su citato tavolo. Insomma, nessuno vuole abbandonare il Mar Piccolo. Ma tutto dipende dai risultati che arriveranno da Teramo. La passione è ancora lunga.

Gianmario Leone (dal TarantoOggi dell’1 giugno 2012)

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