Vendola contro Bozzetto, una polemica basata sul nulla
TARANTO – Ha davvero del ridicolo la polemica scoppiata venerdì scorso tra Confindustria Puglia e la Regione, dopo il commento del presidente regionale dell’ente degli industriali, Angelo Bozzetto, sulla proposta di legge sulla “Tutela della salute, dell’ambiente e del territorio sulle emissioni industriali inquinanti per le aree pugliesi già dichiarate ad elevato rischio ambientale (Taranto, Statte e Brindisi)”, approvata nella giornata di mercoledì all’unanimità in V commissione e che non è proprio scesa giù a Confindustria.
Ma ancora peggio ha reagito il governatore Vendola, seguito a ruota da quasi tutti gli assessori della giunta regionale, dal presidente del Consiglio Onofrio Introna e da esponenti del Pdl come Rocco Palese, oltre che dal sindaco Stefàno e dal presidente della Provincia, Gianni Florido: una levata di scudi unanime per difendere a spada tratta una proposta di legge che, ad onor del vero, anche noi abbiamo criticato sin dal primo istante.
Addirittura, Vendola ha intravisto dietro la nota di Confindustria, un mandante silenzioso come l’Ilva: ma appare davvero bislacco che l’area comunicazione del siderurgico, così tempestiva nel far sentire la propria voce ad ogni occasione ritenuta utile, abbia scelto questa volta di nascondersi dietro una nota dell’associazione degli industriali per esprimere il proprio dissenso, peraltro su una proposta di legge e non su un qualcosa di definitivo. Per non parlare del fatto che l’Ilva, ogni qual volta ritiene di doverlo fare, preferisce scegliere la strada che porta direttamente al Tar di Lecce, senza perdersi in troppe discussioni.
Del resto, visto e considerato che la proposta di legge di Cervellera riguarda anche il territorio di Brindisi, perché non pensare all’Enel come altro mandante segreto? Addirittura, per Vendola & co., l’onta è stata così inaccettabile dall’aver deciso di sospendere tutti i tavoli di concertazione con l’associazione di categoria degli industriali, coinvolgendo di fatto vertenze con imprese e lavoratori che nulla c’entrano in questa ridicola polemica. Non solo. Perché la cosa davvero incredibile è che in realtà si sta parlando davvero sul niente.
Lo ha dichiarato senza mezzi termini la stessa V Commissione regionale attraverso una nota nella quale specifica come “la proposta di legge licenziata all’unanimità non è stata trasmessa al presidente del Consiglio regionale per passare in Aula, ma con decisione unanime è stata inoltrata al presidente della Regione, per essere a sua volta trasferita all’esame del tavolo tecnico nazionale istituito presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, sulla vertenza ambientale di Taranto. Solo successivamente al negoziato nazionale ci sarà una successiva valutazione, prima che lo stesso testo venga poi sottoposto all’attenzione del Consiglio regionale”.
Insomma, avete capito? Confindustria Puglia ha criticato una proposta di legge che andrebbe a lenire gli interessi e la competitività delle aziende pugliesi; di contro, la Regione, Comune e Provincia di Taranto, si sono indignati a tal punto da censurare come “attacchi volgari” e intollerabili le parole del presidente Bozzetto, sospendendo tutti i tavoli di concertazione in essere che vede protagonista Confindustria. Il tutto per un qualcosa che non esiste e che, molto probabilmente non vedrà mai la luce.
Perché questo fantomatico tavolo tecnico istituito dal governo per una grande vertenza Taranto è ancora lungi dal vedere la luce. E perché molto difficilmente ci si esprimerà su una legge che tutto è tranne che chiara: non solo nei suoi obiettivi finali, ma soprattutto su una sua eventuale applicazione tecnologica, visto che si parla in via del tutto generica di impianti industriali diversi presenti sul territorio di ben due province. Per non parlare del fatto che la proposta di legge pensata da Cervellera, punti a rendere ‘ecocompatibili’ gli impianti industriali.
Lo ha confermato lo stesso consigliere tarantino, affermando su un quotidiano locale come sia meglio per le grandi industrie seguire la strada della eco-compatibilità tracciata anche e soprattutto dal lavoro della Regione, che non rischiare il sequestro degli impianti, se non addirittura la chiusura, attraverso le azioni della magistratura. Il chiaro riferimento è all’Ilva, finita nuovamente sotto inchiesta: insomma, un discorso davvero mellifluo di cui avremmo fatto volentieri a meno. Ciò detto, è ovviamente ben lungi da noi sposare le tesi espresse dal presidente di Confindustria, che critica una proposta di legge sull’ambiente, guardando la questione unicamente attraverso gli occhi di chi non vuole bastoni tra le ruote sulla strada della competitività economica.
Da qualunque posizione la si guardi, dunque, la nuova querelle sull’ambiente, vede coinvolti enti ed istituzioni che nell’accapigliarsi sul nulla, dimenticano, ancora una volta, che l’unica cosa che conta è la salute dei cittadini e la tutela dell’ambiente: che passa attraverso una riconversione economica totale, nella tutela delle risorse naturali, e non certo attraverso AIA, eco-compatibilità e leggi e leggine che non servono a niente e a nessuno.
A tal proposito, ad esempio, ci piacerebbe sapere il perché la Regione, il Comune e la Provincia di Taranto, Confindustria e i sindacati, non abbiano sino ad oggi mai operato con altrettanta celerità per l’istituzione delle mappe epidemiologiche e per un finanziamento serio del registro tumori: che sicuramente non saranno la panacea di tutti i mali, ma certamente reciterebbero un ruolo determinante nella conoscenza scientifica de nesso di causalità tra l’inquinamento, le varie malattie, la loro incidenza e i conseguenti decessi.
Tutto questo, però, comporterebbe il minare seriamente gli interessi di Ilva, Eni, Enel, Cementir e di tutte le discariche presenti sul nostro territorio: meglio quindi girare a largo, facendo vedere al popolino che ogni tanto qualcosa la si fa. Affinché “tutto cambi perché nulla cambi davvero”. E per continuare a dire che sì, in fondo in fondo, “tutto va ben, madama la marchesa”.
Gianmario Leone (dal TarantoOggi del 28 maggio 2012)