Al tavolo sono stati invitati a partecipare anche il dirigente del Servizio Ecologia della Regione Puglia, il preside della facoltà di Medicina dell’Università di Bari, il direttore dell’Arpa Puglia, il direttore IZS di Foggia, i direttori dei dipartimenti Prevenzione e Servizi veterinari Asl di Taranto e rappresentati dell’Istituto per l’Ambiente marino Costiero per il CNR.
Si riuscirà, almeno in questa occasione, a sbrogliare una matassa che le stesse Istituzioni hanno contribuito a imbastire? E’ quanto sperano gli operatori ittici che hanno tonnellate di prodotto pronto per la vendita e a rischio distruzione, come accaduto nel 2011, quando gli alti valori di pcb riscontrati nei mitili spinse l’Asl ad adottare un’ordinanza di divieto di vendita e movimentazione.
Per i mitilicoltori – ormai esasperati dalla lunga attesa – la soluzione consiste nella revoca dell’ordinanza e nella commercializzazione del prodotto. I valori, fino a marzo, sono risultati conformi, tranne un caso isolato nello scorso mese di novembre, ma chi garantisce che nel frattempo non ci sia una nuova impennata? Chi si prende la responsabilità di far vendere i molluschi senza avere risultati più recenti? Attendiamo la riunione di venerdì per saperne qualcosa di più.
Alessandra Congedo
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