Cozze, tra sequestri e decisioni che tardano ad arrivare. Mitilicoltori esasperati
TARANTO – Nella stessa giornata in cui la Guardia Costiera sequestra quasi otto tonnellate di cozze pescate nel primo seno del mar Piccolo, in violazione dell’ordinanza di divieto di prelievo e movimentazione (dovuta alla presenza di pcb), i mitilicoltori lanciano l’ennesimo appello per salvare la produzione del 2012.
Ancora una volta è Luciano Carriero, presidente della cooperativa ittica Cielo Azzurro, a parlare a nome dei suoi colleghi: “I mitili ormai sono adulti: hanno raggiunto la dimensione di circa 6 cm – spiega ad Inchiostro Verde – sono pronti per la commercializzazione che dovrebbe avvenire tra maggio e giugno, altrimenti si rischia di mandare tutto al macero”.
Carriero ha tra le mani gli esiti delle analisi effettuate ai primi di maggio su un campione prelevato da un carico di cozze del suo allevamento. Molluschi destinati alla Sardegna, regione dove sono stati sequestrati e sottoposti a vincolo sanitario in attesa del responso. Da ieri, Carriero è in possesso di tutti i risultati. “I valori sono conformi – spiega – i pcb si fermano a 3,8 picogrammi al grammo, quando il limite di legge attuale è di 6,5″.
L’operatore ittico non ha dubbi: a questo punto le cozze possono essere vendute. Non c’è bisogno di trasferire il prodotto in Mar Grande dove dovrebbe restare almeno 6 mesi prima di essere autorizzato alla vendita. E’ questo, infati, il periodo previsto per certificare l’idoneità delle acque dinanzi al Lungomare per la mitilicoltura. Ciò che viene chiesto è la revoca dell’ordinanza datata 22 luglio 2011 con cui l’Asl vietava la vendita e la movimentazione dei molluschi bivalvi. E questo rimane il nodo cruciale della vicenda. E’ possibile compiere questo passo correndo il rischio che nel frattempo le analisi non risultino più conformi?
Gli ultimi dati relativi al primo seno di Mar Piccolo, infatti, si fermano a marzo. Si è ancora in attesa di quelli di aprile. Il tempo che passa dai prelievi all’accertamento dei risultati è davvero eccessivo e impedisce di prendere decisioni fondamentali per salvare la produzione del 2012. Perchè non è stata intensificata la frequenza dei controlli? Cosa aspettano le istituzioni (dal Centro Ittico al Comune passando per la Asl e la Regione) a dare una svolta a questa vicenda che ha messo in ginocchio un settore importante e vitale del nostro territorio? Più di qualcuno dovrà fare il mea culpa per la lentezza e l’approssimazione con cui si continua ad affrontare questa assurda vicenda. Il tutto in attesa dell’ennesimo tavolo tecnico…
Alessandra Congedo