Al centro della prima domanda posta da Lunetta Franco, responsabile locale dell’associazione ambientalista, l’Aia (Autorizzazione integrata ambientale) concessa nel 2011 all’Ilva, documento che sarà riesaminato dal prossimo 30 aprile. Da parte di Legambiente è arrivato l’appello a porre in breve tempo prescrizioni più rigorose al siderurgico. Ai candidati è stato chiesto di esprimersi anche sulla chiusura totale o parziale dello stabilimento.
Per Furnari (Movimento 5 Stelle) la via da seguire è quella della chiusura dell’area a caldo, la parte più inquinante in assoluto: «Parlare di prescrizioni maggiormente restrittive è inutile, l’Aia non serve – ha dichiarato – l’Ilva non è e non sarà mai ecocompatibile. E’ una fabbrica obsoleta, sorta troppo vicino alla città». Anche per Mazza (CambiAmo Taranto) l’ecocompatibilità è una pura illusione, ma con un distinguo: «Da decenni l’Ilva produce un inquinamento che ha generato e continuerà a causare malattie. Bisogna arrivare alla chiusura totale dell’Ilva nel più breve possibile e muoversi per creare rapidamente soluzioni occupazionali alternative».
Nella risposta scritta fatta pervenire dal sindaco Stefàno, sostenuto da diverse liste, è emerso l’orientamento ad adeguare l’Aia alle ultime normative europee per salvaguardare lavoro, salute e ambiente, e l’intenzione di imporre all’Ilva la copertura dei parchi minerali. Netta la posizione di Albisinni (Taranto C’è): «Parlare di chiusura dell’Ilva, come fa Bonelli, è un’assurdità. Il sindaco non ha questi poteri. E’ lo Stato che ha competenza esclusiva in materia ambientale. Bisogna intervenire a livello nazionale e comunitario per applicare il principio di precauzione».
Di “miglioramento della grande industria, da perseguire con tutti i mezzi possibili”, ha parlato invece la Polignano (Movimento Schittulli): «Occorre mantenere i posti di lavoro, portare avanti progetti economici alternativi e valorizzare ciò che nel territorio viene trascurato da decenni». Per Bonelli, candidato di una coalizione ambientalista, l’Aia è illegittima, soprattutto alla luce delle perizie messe a punto dai periti incaricati nell’ambito dell’inchiesta sull’inquinamento Ilva: «E’ un’autorizzazione da revocare – ha detto – qui non si tratta di limitare l’inquinamento, la città è ormai arrivata a saturazione. Se fossi stato il sindaco, a luglio avrei indicato prescrizioni precise, cosa che l’attuale amministrazione non ha fatto». Telegrafica la risposta fornita indirettamente da Condemi (Pdl e Puglia Prima di Tutto): «Occorre avviare una nuova Aia e porre prescrizioni più rigide. C’è tanto da fare ed è necessario affidarsi agli esperti».
Tra gli altri temi trattati durante l’incontro, che ha visto la partecipazione di Francesco Tarantini e Stefano Ciafani, rispettivamente presidente regionale e vicepresidente nazionale di Legambiente, altri nodi cruciali per il territorio ionico: le bonifiche, la nuova centrale Enipower, il progetto Tempa Rossa. Questioni che hanno messo a nudo i punti deboli e i punti forti dei candidati sindaco, non tutti apparsi adeguatamente “ferrati” sull’ambiente.
Alessandra Congedo (dal “Corriere del Giorno” del 28 aprile 2012)
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