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Enel, la verità sull’azienda in 50 secondi – Il video di Greenpeace

ROMA – Oggi Greenpeace lancia attraverso tutti i suoi canali online quella che per l’associazione ambientalista è la “vera” pubblicità di Enel. Si tratta di una rilettura del video realizzato dalla multinazionale per il suo collocamento azionario: la sequenza, divenuta celebre per molti telespettatori italiani, in cui una pietra rotola infrangendosi contro una lampadina.
Nella rilettura di Greenpeace quella pietra diventa un pezzo di carbone. Il carbone è la fonte energetica che Enel impiega di più (realizza con essa il 41% della sua elettricità) ed è anche la fonte più responsabile dei cambiamenti climatici a causa dell’elevato tasso di emissioni di CO2 associato alla sua combustione.

Il video è visibile qui:

«Enel continua a raccontare favolette agli italiani. Così abbiamo deciso di fare noi una parte del lavoro: spiegare a tutti qual è la vera natura dell’azienda – dichiara Andrea Boraschi, responsabile della campagna Energia e Clima di Greenpeace Italia. – È ora di parlare chiaro e di attribuire a Enel le sue responsabilità. Un impiego massiccio del carbone come fonte energetica e un piano di espansione industriale che si basa prepotentemente su quel combustibile, sono un attentato al clima, alla salute del Pianeta e a quella delle persone che lo abitano».

Nel video, alle immagini prese dalla nota pubblicità di Enel si alternano quelle delle alluvioni di Genova, delle Cinque Terre e di Messina girate dalle vittime di quelle sciagure. Si tratta di “fare luce” sull’aspetto più tragico dei cambiamenti climatici e sulla condotta irresponsabile di Enel. Greenpeace ricorda come sia stato il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, in riferimento ai morti che quegli eventi estremi hanno causato, a parlare di “dolorosi tributi che il nostro Paese paga ai cambiamenti climatici”.

«Gli effetti del cambiamento climatico non si limitano allo scioglimento dei ghiacci artici o alla sommersione di qualche remota isola del Pacifico. I cambiamenti climatici sono qui, alle nostre latitudini, in casa nostra – commenta Boraschi. – Dobbiamo fermare il caos climatico che avanza e che produce sempre più danni e sempre più morti. E non possiamo farlo se non cambiamo i piani di chi si arricchisce usando la fonte più dannosa per il clima oltre che nociva per la salute, il carbone. Enel è un’azienda con una predominante quota di controllo pubblico: non può continuare a fare business raccontando bugie, tenendo per sé i profitti e scaricando su di noi e sulle generazioni future il costo dei suoi errori».

Comunicato stampa di Greenpeace

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